L’assemblaggio frutto dell’eredità di Joseph Krug stavolta parte dal millesimo 2005, contrastato e difficile con non poche brutte sorprese, ma che qui funge da impalcatura al consueto affresco di sensazioni fresche e burrose al tempo stesso. L’annata più vecchia dell’assemblaggio è il 1990 e sono 134 addirittura i vini diversi che lo compongono per una sinfonia di cedro, canditi, zafferano, miele di tiglio e resina, brioche e glassa, floreale e piccantezze assortite.
Bocca ampia grandiosa ma sempre fresca serrata che cede di tanto in tanto ad una mollezza appena sussurrata e sempre godereccia. Una grande opera che piacerà agli amanti di Krug, ancora una volta autori di uno champagne indimenticabile.