La cultura dell’Olio in Italia è sviluppata e radicata in molte regioni come e spesso più rispetto a quella del vino ma solo raramente gode della stessa considerazione da parte del grande pubblico. Ed è un peccato perchè su questo terreno, quello dell’Olio Extra Vergine di Oliva, non esiste quasi nessun prodotto al mondo che possa eguagliare per profondità ricchezza di sapore e intensità le nostre migliori produzioni regionali che così come nel vino, cambiano da paese a paese a secondo del tipo di oliva utilizzato e in base agli abbinamenti. Seguiteci in questo piccolo giro d’Olio d’Italia su Business People di Giugno in edicola.
In teoria non si dovrebbe mai realizzare un articolo sull’olio italiano dimenticando regioni fondamentali e storiche come Puglia, Liguria (con la famosa oliva taggiasca) e il Garda ma per stavolta ci concentriamo su alcune regioni che negli ultimi anni hanno saputo investire molto nel settore e che ormai anche all’estero cominciano a farsi apprezzare ovvero Toscana, Umbria, Calabria e Sicilia.
Il classico vino da bruschetta è anche lo stesso necessario per gustarsi a pieno una pasta e fagioli o una ribollita, quello talmente corposo, intenso e amarognolo che non deve mai finire sulla tradizionale fiorentina (nonostante molti cattivi maestri in TV). E’ l’olio maggiormente entrato nell’immaginario collettivo anche perchè spesso viene prodotto da cantine già molto note per il vino che eccellono anche nella produzione di olio Evo di altissima qualità. Nel Chianti Classico possiamo rammentare Mazzei e l’Olio di Fonterutoli, Castello di Ama. San Felice a Castelnuovo Berardenga ma ci sono anche grandissime realtà come i fratelli Pruneti, da sempre ai vertici mondiali nei concorsi per la qualità delle loro produzioni a San Polo in Chianti (FI). http://www.pruneti.it/. Tra le zone DOP da non dimenticare anche la Lucchesia dove Tenuta di Valgiano http://www.valgiano.it/ produce un EVO pazzesco.
In Umbria recentissima la pubblicazione di un libro guida alla regione, “L’Oli Vino” a cura de Le Strade del Vino e Strada dell’Olio http://www.stradevinoeolio.umbria.it/home.asp, sintomatico della grande attenzione a questo prodotto da queste parti. Del resto basta visitare il Museo dell’Olio e dell’Olivo, già soprannominato “MOO” costruito dalla famosa cantina Lungarotti riadattando un piccolo nucleo di abitazioni medioevali all’interno delle mura del castello.
Altra grande storia dell’Olio umbro è quello della famiglia Gaudenzi e il proprio frantoio, attivi dal 1950. Gli ettari di oliveto sono 25, tutti biologici, rientranti nella Dop Umbria, Colli Assisi Spoleto, ovviamente suddivisi nelle varietà locali Moraiolo, Frantoio e Leccino e con molte diverse esposizioni, inclusa alta collina e margini boschivi.
Non dimentichiamo la grande Sicilia ! La terra siciliana è da sempre la terra dei sapori del sole, e baluardo a sud espressione culturale delle radici classiche e del susseguirsi delle esperienze normanne e barocche che culminano in una gastronomia ricca di sapori autentici. L’elemento delle radici e delle origini è ricorrente nella tradizione olearia, quando gli uliveti erano parte integrante del paesaggio dell’entroterra insieme ai carrubi, all’origano e alle forti piante di cappero che si facevano largotra i muretti a secco dorati che costeggiavano le poche strade. Della Sicilia incontriamo Pianogrillo e Antonio Moretti di Sette Ponti (AR) sta realizzando la bellissima cantina di Feudo Maccari dove trovano spazio olivi della varietà Moresca a dare un EVO di grande personalità e profumi erbacei piacevolissimi e , mando a dirlo, di foglia di pomodoro.
In Calabria, nella splendida piana di Sibari, affacciata sulla sinuosa costa ionica, troviamo la tenuta oggi guidata da Piergiovanni Cristiano, una proprietà agricola della famiglia da fine dell’ottocento dove negli ultimo 30 anni sono stati molti gli investimenti per ammodernare il frantoio e trasformare la vecchia proprietà familiare in una azienda agricola all’avanguardia, con la conservazione sotto azoto per garantirne la fragranza fino all’imbottigliamento. “Timpa” è una cima di montagna con pareti scoscese, e qui accanto agli ulivi secolari pettinati dalla brezza marina troviamo coltivazioni di agrumi che riempiono di colori e profumi il paesaggio.
L’olio è destinato ad essere ancora per moltissimi anni la connotazione di una cultura, di una tradizione che rappresenta l’intelligenza e la capacità dell’uomo di cogliere il meglio di quanto la natura generosa gli offre e di questo il nostro paese è e deve continuare ad essere una testimonianza viva”.
Conoscere meglio l’olio e la sua cultura ci rende insomma più italiani e più consapevoli del nostro patrimonio. Nell’articolo non mancano ovviamente Ricette e Abbinamenti di classe, buona lettura in edicola e