Eccolo finalmente il vino che ha fatto tanto discutere prima ancora di essere nei bicchieri…Sì perchè questo nuovo nato si pone come prezzo e ambizione al livello del Chianti Classico e quindi la sua nascita è stata salutata con ben più di un’alzata di ciglio. Per non parlare del Cavaliere Guidoriccio da Fogliano che nella label fa un balzo in avanti verso il futuro spostandosi verso destra.
Ma come è questo Haiku? Quasi per niente come ve lo sareste aspettato.Naso molto tra merlot e cabernet franc con la pienezza e dolcezza di naso del primo ma la bella freschezza del peperone croccante del secondo, entrambi ben legati da un sangiovese classico ma in versione briosa e accattivante. Confettura di lamponi, fragole, tabacco e un tocco di legno gli regalano un naso piacevole e molto sfaccettato ma è in bocca dove si rivela sorprendentemente ricco ma lieve, con tannino delicato e alcol quasi non pervenuto. Belle le dinamiche sapide e minerali e bello anche il tannino con un minimo di grip e tanta profondità. Un vino che regala piacevolezza notevole e che si tiene molto basso per alcol e struttura, praticamente la quadratura del cerchio che stiamo cercando da tempo. Naso accattivante e completo, bocca soffice profumata e godibilissima, tannino presente ma non invadente, tanta persistenza e souplesse.
Difficile fare un vino così oggi e farlo con un apporto così importante di uve “internazionali” ma forse è proprio il fatto di essere qui a Castello di Ama lo rende possibile con un sangiovese che da il ritmo e bilancia gli slanci di maturità degli altri due passeggeri.