Siamo talmente abituati a parlare del degrado in periferia che ci sfuggono a volte i piccoli miracoli quotidiani. Dalla domenica delle Palme la parrocchia di Quaracchi e il parroco don Claudio hanno potuto rientrare nella piccola ma bellissima chiesa di San Piero a Quaracchi dopo quasi 3 anni di lavori di restauro. Chiesa documentata fin dal 866 (senza il mille…).
Grazie alla generosità di privati, banche ed enti e alla disponibilità e al lavoro di molti parrocchiani (con numerosi eventi di autofinanziamento e raccolta fondi) la nostra comunità è potuta rientrare nella chiesa rinnovata.
Mercoledì scorso grandissima festa in parrocchia con il nostro arcivescovo monsignor Betori, i Cavalieri di Malta (Quaracchi fu commenda per i Cavalieri nel 1500) e diverse autorità e una folla bellissima fuori e dentro la chiesa addobbata in modo suggestivo dal fiorista Roberto Rillar (qui qualcuna delle sue creazioni) che poi sarebbe anche un maestro di Ikebana, l’arte giapponese di disporre i fiori. Ovvio che non ne capisco nulla ma mi affascina sempre in maniera incredibile.
E’ stato un bel momento importante e sentito dalla comunità che con Don Claudio ha trovato forze ed energie insospettabile per un ex-paesino di campagna spesso deriso dai detti popolari ma che si riscopre giovane e forte.
Grande merito a Claudio appunto che è il “prete” che tutti vorremmo ovvero preciso, leale, sempre sorridente e mai giudicante, affettuoso e sempre disponibile alle esigenze di tutti. Ad esempio una intera cappella (grande quasi come metà chiesa) è sempre disponibile ogni domenica per i bambini che da lì possono seguire la celebrazione con i proprii genitori senza essere continuamente zittiti da quelli delle prime panche: un modo per imparare a stare in mezzo alla comunità con naturalezza e senza imposizioni.