L’ultima uscita del vino che Veronelli definì vent’anni fa la Romanèe Conti d’Italia non tradisce gli appassionati e la Sicilia. Profumo cangiante e denso che però non aggredisce il naso bensì invita a tuffarsi nel bicchiere a più riprese per scoprirne le varie sfaccettature fatte di mirtillo ribes rosso e fragole mature ma come sempre anche da un corredo bellissimo di note salmastre, pepate e di macchia mediterranea. Tutte premesse di un palato emozionante ricco completo con una nota alcolica che lo rende importante ma non faticoso grazie al tannino ben calibrato che sostiene il sorso. Bella la persistenza e interessante anche in prospettiva per l’evoluzione che avrà nel breve e medio termine. Un vino dissetante e allo stesso tempo di pancia, piccolo grande miracolo di terroir.