Leggo il blog di Eric Asimov (nipote di Isaac) e della sua visita in una delle famose “cantine urbane” (una specie di birreria artigianale, una mini cantina vinicola che ha tutto quanto ha un’azienda agricola meno i campi e i vigneti). Resto basito nello scoprire che a NY c’è City Winery, che non è un posto così tremendo come si potrebbe pensare, che non è solo una Disneyland per aspiranti winemakers ma soprattutto noto che in carta… hanno nientepopodimeno che il Sagrantino di Paolo Bea!
E pure Emidio Pepe, e il Puro di Movia e un sacco di Champagne sfiziosi… Visto che il locale prevede per i “members” la possibilità di curare il processo di vinificazione di una botte “adottata” immagino avessero bisogno di buoni esempi. Ma come potrà mai venir fuori un vino anche solo lontanamente simile a quelli citati in questa boutique ipertecnologica?
Se invece l’ipertecnologica enoica non è il vostro forte, ricordatevi (a me l’ha ricordato il nuovo, bellissimo TigullioVino) che sabato 31 e domenica 1 febbraio (il prossimo weekend) a Roma c’è l’imperdibile summa dei Vini Naturali che riesce incredibilmente a radunare insieme in una unica degustazione i vari produttori di Vini Veri, VinNatur e Triple A, di solito molto più impegnati a polemizzare tra loro che a far assaggiare i propri vini…
(comunque, una lista che rende davvero difficile consigliarvi di provarli qualcuno meno che TUTTI, e in ogni caso, non perdetevi il “rosato” di MassaVecchia, i bianchi di Cotar e Vodopivec, il cult-Sagrantino di Paolo Bea ovviamente e il “Cantante” fatto da Salvo Foti per Mick Hucknall, si proprio lui il cantante dei Simply Red!).