Il millesimo 2005 in Champagne non è considerato memorabile, almeno non quanto i 2005 in Borgogna e a Bordeaux ma la presentazione dei vari millesimati di quest’annata ha fatto scoprire degli ottimi prodotti che hanno saputo trarre da un’annata molto “chardonnay” le giuste mineralità e tonalità agrumate e sottili capaci di rendere solari e gustose molte cuvèe. Ma c’è come una nota decadente, matura e appena adombrata di humus che le attraversa tutte e ci fornisce una lettura qualitativa notevole ma non memorabile. Per trarre i bilanci definitivi ovviamente servono i vini più importanti e tra questi come sempre Cristal esce per primo dopo “solo” 7 anni di cui 5 sui lieviti, un vino da sempre destinato a far discutere, figuriamoci in una annata come questa…Presentato a Torino a Venaria dopo un tour nella mostra di Fabergè e le sue uova, tornano alla mente tutti i legami di questo vino con la famiglia degli Zar e i parallelismi della grande gioielleria russa, impareggiabile per le sfumature di colore e la cura certosina nel produrre i propri gioielli, qualcosa che si avvicina alle cure amorevoli che Roederer dedica a questa cuvèe.
Nel bicchiere è di color rosa iridescente, quasi un guillochè contemporaneo e anche al naso ha note mature e lievemente evolute con una carnosità tra rosa e frutto della passione. La bocca è turgida e pimpante con la classica acidità da annata chardonnay che si dispiega bene, rinfresca e seduce il palato, evolvendosi nel sorso tra kumquat e zenzero, frutta di bosco e toni biscottati che rendono giustizia ad un pinot nero molto contratto in questa fase. Il finale sapido e gessoso fa dimenticare ogni idea di maturità e ogni preoccupazioni di eccesso ossidativo o di precoce evoluzione lasciandoci nel bicchiere un Cristal come sempre da aspettare ma già straordinario adesso. 94