Dei quattordini ettari di vigna coltivata su cinque diversi comuni della Côte de Beaune il gioiello di Casa Rollin è forse proprio questo Corton Charlemagne dal Grand Cru che la leggenda vuole individuato proprio da Carlo Magno in persona. Siamo a circa 300 metri in quota nella collina con terreni marnosi. Quello dei Rollin è qui un approccio naturale con certificazione di sostenibilità TerreVitis e minimo intervento in campo e in cantina, solo la tanta passione e savoir faire di varie generazioni al lavoro a partire dalla casa di Pernand-Vergelesses uno dei due comuni che si contendono i grand cru Corton-Charlemagne . Questo Corton Charlemagne grand cru nasce da suoli calcarei e marne molto povere con la classica esposizione sud ovest con vigne di età media piuttosto elevata, attorno ai 40 anni.
Naso roccioso sapido e sottilmente intrigante che si svela poco a poco, molto pigro all’inizio nel bicchiere. Note di mele gialle ed albicocche e polvere da sparo, pepe bianco e noccioline tostate, note quasi di burro salato e caramello in sottofondo a bilanciare il lato minerale. Ma è soprattutto è il palato a conquistare come in quasi tutti gli Charlemagne con una sapidità che avvolge la lingua dandosi il cambio con l’acidità nel solleticare con note umami rotondo e mature il sorso che svela anche note appena tropicaleggianti e dolci. Ma è giusto un attimo perché il vino poi fa emergere la sua struttura che deve ancora dispiegarsi appieno lasciandosi esaltare in questo momento solo con abbinamenti che ne facciano emergere la ricchezza sottesa come la scottiglia bianca del casentino di Paolo Gori cucinata per l’occasione. La 2015 è infatti un’annata che potremmo definire classica ovvero bella maturità e solarità, difficile da apportare così giovane ma capace di grandi exploit in futuro.