Può far discutere o meno, ma quando l’intento di un vino è già dall’inizio quello di stare al passo dei tempi, non ci si può scandalizzare che ogni anno sia diverso e non solo per l’annata, anche come filosofia e impostazione. Parola d’ordine del 2007 è infatti bevibilità freschezza e “più Castellina in Chianti che Maremma” come dice Chiara di Cecchi.
Nel 2007 oltre all’exploit Pergole Torte premiatissimo da tutti, tanti sono stati i grandi vini a base sangiovese e gli appassionati pare abbiano riscoperto tutto d’un tratto sangiovese e autoctoni rinnegando anni di voglia di cabernet e merlot. Un Coevo molto diverso dal 2006 ma sembre e comunque Coevo con una toscanità innata, apprezzabile da tutti. Il risultato è un supertuscan che sa andare oltre le etichette e che parla più toscano di molti vini a Denominazione recente, per avere una idea pensate ad un Tignanello con molto meno legno e più acidità. A me e Leonardo è piaciuto e, esagerazioni video a parte, ci troverete davvero molti sentori classici come la viola e la ciliegia o il tabacco biondo, ma anche note interessanti come la scorza d’arancio, il rabarbaro, l’orzo e una mineralità importante tutta tipica di Castellina.
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