Uno degli esempi viventi della grandezza del concetto di terroir. 50 ettari di tenuta
con solo 14 di vigneto e il restante di bosco che protegge le uve dagli eccessi
climatici del Rodano meridionale, un terreno di sabbia rarissimo per lo Chateneuf du
Pape e la scelta di produrre un vino 100% grenache: ce ne è abbastanza per renderlo
più che unico. A tutto ciò ovviamente dobbiamo aggiungere che la costanza qualitativa
è impressionante e che è uno di quei vini sempre preda di collezionisti e di
estimatori per la sua grande capacità di invecchiamento. Questo 98 è figlio di una
annata grandissima per il Rodano e già dal colore si nota l’impressionante vivacità e
vivezza del vino, straordinario considerando l’età. E anche le prime note che si
levano dal bicchiere fanno presagire qualcosa di molto particolare. Profumi di rosa,
di rabarbaro, caramella inglese, foglia di The, frutta di bosco sotto spirito,
liquirizio, tostature delicate, sandalo, ebanisteria, china, un tuttuno di frutta e
terziario sfaccettato e affascinante come pochi altri. In bocca è caldo ma non
invadente, fine ma corposo, persistente quasi all’infinito con continui rimandi al
naso di china e spezie e frutta di bosco precisa e nitida. Sapido e ancora fresco,
tannini evoluti ma ancora pimpanti, uno di quei vini che stai ore a pensare su cosa
potresti berlo e senza accorgertene ne hai già finito la prima bottiglia. Noi
possiamo suggerirvi un dorso di lepre in salsa di madeira (come quello del recente
concorso Toscano sommelier) oppure della cacciagione da piuma ma vi capiremmo
benissimo anche se decideste di berlo da solo…
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=4wmQbRhYLeU&feature=channel_page[/youtube]