Ricevo dalla maison Pierre Jouet una precisazione graditissima sul mio articolo nell’ultimo Business People dove scrivevo che nel film Sex and the City e relativa serie TV si beve un sacco di Champagne ma non si legge mai la marca. E invece dalla casa di Epernay, famosa per la serie di cuveè Belle Epoque, mi comunicano che Pierre Jouet è dall’ultima stagione lo Champagne preferito di Carrie e amiche. Scelta decisamente azzeccata vista la grande attenzione di questa casa alla moda e ai suoi eventi mondani. Per esempio al prossimo Pitti a giigno a Firenze…La maison sarà presente in grande stile e vedremo di non perderci l’occasione per assaggiare qualche loro prodotto. Tra l’altro per essere una delle maison più grandi e prestigiose, nonchè produttrici dello champagne più anziano mai stappato (1825!) non è che l’abbia mai considerata più di anto, in parte anche disturbato dalla comunicazione tutta fiori (anemoni) e lustrini. Grandi investimenti infatti sono stati fatti in marketing tutto ispirato alle etichette Art Nuveau, e recentemente hanno anche iniziato un sodalizio con il pittore svedese Barbro Andersson che ha realizzato quattro opere giocando con la bottiglia e la sua etichetta, quadri dove il confine tra natura vino ed etichetta non è mai stato così labile.
Aspettando cosa si inventeranno a Firenze per Pitti (e vediamo se mi riesce di essere in prima fila) intanto vi assicuro che non c’è bisogno di spendere 50mila euro per bere bene da questa casa: lo scorso Meran Wein Festival mi è capitata nel bicchiere la Belle Epoque Rosè 2002, decisamente uno dei rosè migliori disponibili a giro, austero nel colore salmonatissimo ma nel bouquet floreale di peonia, rose e lampone decisamente shocking.
A proposito di idee, perchè non riproporre questa degustazioncina? Anche se è una replica, ci adattiamo…