Sensibilità piemontese per un piccolo miracolo toscano, il Cepparello unisce da anni critica pubblico e tasche degli appassionati. Il 2003 è un’annata tra le più difficili degli ultimi decenni ma questo vino tira fuori un piccolo capolavoro di eleganza e finezza impensabile per le condizioni climatiche. Al naso è ricco ma non di note ultramatura, si parla di lampone in confettura, ciliegia ma soprattutto floreale, anice, un filo di mineralità che lo sottende tutto, schiettamente sangiovese nei richiami al cuio alla liquirizia e al tabacco. Ma il miracolo è la bocca con un gusto incredibilmente equilibrato tra evoluzione e freschezza impensabile, un tannino setosissimo come pochi mai sentiti da queste parti, un filo di abboccatura ma che fa pari con la sapidità affiorante. Si sente l’annata ma è come un morbido abbraccio, una carezza continua che ti impone di continuare a bere e ogni volta è sempre più buono. Grandissimo.

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