mi tremano le dita e non riesco quasi a scrivere per il nervosismo ma non so cosa mi è preso ho risposta giusto a praticamente tutte le domande e ora mi tocca la finale…
Ho di fronte MArco Grassi della Metro e la campionessa italiana Nicoletta Gargiulo…
Tirate pure le conclusioni e i pronostici…ma mi vedo piuttosto spacciato. Sono terzo e andrò in stanza dopo gli altri due…statisticamente non è la posizione migliore per entrare ma non è che si può scegliere.
Pensatemi…ma non troppo che se mi fischiano le orecchie non sento i vini!
Icchè mi succede
Un sogno chiamato Londra…
Ebbene si, ho deciso di provarci…domattina sveglia ore 5:45 per prendere il firenze-milano delle 7 per essere in viale monza alle 10:30 dove mi attende il buon Gardini per sottoporci le più crudeli e assurde domande di viticoltura e vino d’Europa…La posta in palio è alta, l’accesso alla prima mitica edizione del campionato Europeo Sommelier WSA che si terrà a Londra il prossimo 31 gennaio 2008. E solo il primo classificato della selezione di domani venerdì 9 novembre potrà partecipare.
Nell’occasione si volgerà anche l’attesa presentazione della WSA (l’associazione mondiale dei Sommelier creata dall’AIS e altri 8 paesi lo scorso marzo, adesso in crescita esponenziale come seguito).
Domani a milano ancora 35 domande in mezzora e due vini in 20 minuti poi nel pomeriggio i tre migliori si sfideranno nella “classica” prova che ormai conoscete dell’accoglienza al tavolo, servizio spumante, presa comanda, abbinamento vini al menu e degustazione alla cieca di 3 vini e 3 distillati. La cosa difficile è che stavolta rispetto agli Italiani dello scorso ottobre ci sarà Michele Garbujo (campione italiano 2006) e altri big nazionali che a Udine mancavano! Quindi invece che settimo dovrei arrivare nono o decimo…
Tornando a cosa mi perderò, a Londra ci sarà una grande passerella di personalità del wine-starsystem italiano (Gaja in testa) che guideranno l’evento che si preannuncia bellissimo, così come quello che si terrà a New York il prossimo 28 novembre…che già mi fa una gola tremenda, non fosse per le 700 euro tra volo albergo e simili sarei già pronto a partire!
Già che ci sono, arruolo chiunque di voi ci vada per foto e commenti a caldo da postare sul blog!
Ecco qui i dettagli.
Intanto però pensatemi domattina e a tutti i fiorentini vi do appuntamento domani sera da Burde quando arriverò cotto come un fegatello a degustare per voi i vini di Vive la France IV! Mamma mia!!!
Venerdì 9 Vive La France da Burde: rsvp!
Venerdì prossimo 9 novembre vi ricordo l’attesa serata “Vive la France” giunta alla IV puntata. Quest’anno grandi vini e soprattutto un bel salto indietro nel tempo che culminerà con lo Chateau Baron Longueville del 1983 così proveremo con mano se questi francesi hanno la stoffa che dicono…
Ecco le bottiglie protagoniste della serata:
* Champagne Brice ’99 di Bouzy in Magnum
* Tokay Pinot Gris Hugel Jubilee 1995
* Chassagne Montrachet di Jadot 1998
* Chambolle Musigny Drouhin 1999
* Chateau Pichon Longueville 1983
* Banyuls Rimage Mise Tardive Domaine du Mas Blanc
Dato il grande successo e le richieste in esubero che abbiamo ricevuto siamo a chiedervi conferma della vostra presenza. Molti di voi si sono iscritti (grazie!) da mesi e magari adesso hanno preso altri impegni. Insomma, dato che abbiamo diverse persone in lista d’attesa vi preghiamo nel caso non possiate venire venerdì 9 di comunicarcelo al più presto così da accontentare il numero più alto di persone.
Se comunque avete voglia di vino francese, Bordeaux in particolare (e anche di buon cibo) vi ricordo la fortuita e casualissima concomitanza il 9 novembre di una bellissima serata organizzata dalla delegazione Val D’Elsa AIS guidata da Luigi Pizzolato. Per dettagli e prenotazioni cliccate qui.
Psicoposta e consigli di vino
Passeggia tre ore vestito da donna. Lava e stira i vestiti che hai preso prima di riporli. Questo atto simbolico ti libererà della loro influenza. Poi brucia separatamente le maschere-fotografie dei loro volti. Prendi un pizzico di cenere della foto di tuo padre, scioglila in un bicchiere di vino e bevilo. Prendi un pizzico delle ceneri della foto di tua madre. Scioglilo in un bicchiere di latte e bevilo. Così, con una piccola parte del «veleno”” farai un contro-veleno (principio omeopatico).”
Questo è solo uno dei rituali psicomagici che Alejandro Jodorowsky , noto ai più per essere colui che ha officiato le nozze di Marylin Manson con la spogliarellista Ditta von Teese, propone ai lettori di XL di Repubblica ogni mese, ed è uno dei pochi che invita all’utilizzo del vino come parte di un rituale ( e questo non mi piace…)
Ho ricevuto tramite ZZUB! in anteprima la raccolta delle risposte di AJ ai suoi lettori che uscirà per Natale con il titolo appunto di Psicoposta per i tipi di Castelvecchio editore.
Però io starei molto attento a scegliere a chi lo regalate!
Il libro è pieno di spunti interessanti ed analisi psicologiche eleganti (per quanto ne so io di psicologia…) e volendo uno può anche leggerlo e fermarsi all’analisi dei casi “umani” trattati e qui si va dai problemi di sessualità (quasi sempre dovuti a problemi irrisolti con i genitori) a questioni lavorative fino all’ amore nelle sue molteplici declinazioni. E anche solo per queste analisi vale un’occhiata se siete curiosi e magari vi ritrovate in qualcuna delle situazioni.
Ma ci sarà qualcuno che mette in pratica i rituali di AJ? Voglio dire secondo me le analisi psciologiche che AJ fa delle persone sono azzeccatissime e quanto di più illuminante si possa oggi leggere nelle varie rubriche sentimentali (ebbene si sono un feticista della posta del cuore…) però mi chiedo sempre se uno avrebbe il coraggio di fare ciò che AJ consiglia!
Ok bruciare foto e bersi le ceneri ma tutto quel ballare e girare nudi per il mondo, andare sulle tombe dei genitori, cambiare città vivere come un barbone…(leggete per credere!)
Oddio probabilmente se uno è in grado di farlo allora di sicuro i problemi che ha illustrato li risolve sul serio!
In ogni caso, una lettura illuminante e anche utile. Se anche non avrete il coraggio di effettuare gli incantesimi di AJ, almeno sapete da cosa deriva il vostro problema…e se vi viene in mente un altro modo di risolverlo, allora fatelo!
E tornando al vino, nel caso specifico serve per aiutare un ragazzo del Sud Italia ad ammettere al mondo la sua omosessualità e allora visto che siamo al Sud, da bravo sommelier, aggiungo (poi chiedo ad AJ se va bene) che il vino deve essere necessariamente autoctono della regione dove uno vive (sennò che psicomagia è?!?) e se proprio non lo si trova, allora al sud andrei con Primitivo che già dal nome, ci lega alle nostre origini e alla nostra naturale essenza: uomo donna, altro, importa qualcosa?
Nella cantina della vipera
Prima serata della collaborazione di Burde con Anna Meacci e lo staff del Viper Club di Firenze: sono appena tornato da una serata molto piacevole e diversa dal solito. Massimo Grigò è stato bravissimo e trascinante nel ripercorrere le “veglie” di Renato Fucini, antiche serate toscane in stalle o posti simili attorno al fuoco e soprattutto attorno a quello che c’era da raccontare della vita di tutti i giorni. Tra sonetti, novelle e felicissime digressioni sulla vita toscana e maremmana di fine ‘800, Massimo ciha fatto passare un’ora divertente con punte di commozione (la novella Felicità di Fucini, splendida!) e di divertimento (il sonetto sugli italiani) capaci di farci anche riflettere sul cosa significa essere toscani e italiani oggi e 100 anni fa.
Su idea di Anna Meacci, dato che l’ultima novella di Fucini della serata parlava di castagne e vin novo, abbiamo concluso il pomeriggio con caldarroste e vin Novello di Frescobaldi Primo Fiore 2007 in anterpima )visto che sarà in commercio martedì 6). Bella partecipazione di pubblico che ha gradito molto la “cantina” (ovvero una sala prove semiinterrata con pareti molto dark) e soprattutto il fatto che a servire il vino ci fosse un sommelier…
Giuro, diverse persone hanno detto ad Anna: “Ma quello lì è un sommelier vero?!?”. Della serie, pensavo esistessero solo in tv…
E a proposito di Tv e sommelier mediatici, parlando con Massimo (che ho scoperto essere nostro cliente di lunga data) è saltata fuori l’idea di fare una serata con “sommelier per caso” a teatro Massimo e il suo grande amico (nonchè altro nostro “grosso” cliente) Carlo Monni!
Come la vedete da Burde una sfida tra me e il Monni a decantare un bel Brunello?!?
Intanto vi riporto alcuni dei sonetti letti nel corso della serata…’enno toscani che più pisani non si può!
XII.
San Ranieri miraoloso (1).
Levato quer viziaccio di rubbare,
San Ranieri è un gran santo di ‘ve (2) boni.
Quando dianzi l’ ho visto ‘n sull’ artare (3),
Lo redi (4) ? m’ è vienuto e’ luccioni (5).
Delle grazie ne fa, lassàmo andare.
Gualda (6) ‘n po’ ‘vanti ‘ori (7) ciondoloni
Ci ha ‘n della nicchia ! e sai, nun dubitare,
Se glieli dànno c’ è,le su’ ragioni.
Più della piena d’anno (8) che spavento !
Che spicinìo(9), Madonna ! t’ arrammenti ?
pareva d’ anda’ sotto unni (10) mumento.
Ma San Ranieri ‘un fece ‘omprimenti (11):
Agguantò per er petto ‘r Sagramento,
E li disse: O la smetti o sputi ‘denti (12).
Firenze, 1870.
1. Allo scheletro di questo Santo protettore di Pisa manca un dito della mano; e (per una tradizione popolare molto radicata) vuolsi che lo perdesse per un colpo di coltello abbrivatogli da un pizzicagnolo mentre il bravo Santo stendeva la mano per ghermire una forma di cacio.
2. que’.
3. altare.
4. credi.
5. lacrime.
6. guarda.
7. quanti cori o voti.
8. Modo comune a tutta la Toscana, che oquivale a “dell’anno scorso”.
9. rovina, distruzione di roba.
10. ogni.
11. complimenti.
12. o ti faccio sputare fuori i denti (a forza di pugni).
XIV.
Er Parlamento.
Sono stato a Firenze ar Parlamento
Pel senti’ ragiona’ quell’ arruffoni :
Nun fann’ artro che ride’ unni (1) mumento.
Che robba, bimbo mio, be’ mi’ lattoni (2) !
E di’ che son armèno (3) ‘n cinquecento
A mangiare alla balba de’ ‘oglioni !
Vedi, mi sento ‘r sangue bolli’ drento….
Di già sèmo ragazzi tròppo boni.
Se’ ma’ stat’ a vede’ lo Stentarello,
Quando ridan’ e fanno ‘r buggerio ?
Ti devi figura’ che appett’ a quello,
Pal (4) d’ esse’ ‘n chiesa, quant’ è vero Dio !
Ma quer ch’ è giusto è giusto: quer boldello
Lo fanno tutto pell’ Italia !… Addio !
Firenze, 1870.
1. ogni.
2. colpi a mano aperta su i cappclli a cilindro.
3. almeno.
4. Pare.
IV.
La ‘reazione der mondo.
Vola, rivola e vola che ti volo,
Pensava un giorno ‘r Padre Onnipotente:
“Guarda! eppure mi secco a sta’ qui solo….
Guasi, guasi è vergogna a ‘un fa’ ma’ niente.
Vo’ fare ‘r Mondo!” Posò ‘r ferraiolo,
Po’ pensò un po’ e ‘scramò: “Precisamente!
Faremo Pisa, l’Affria, ‘r Tirolo,
Po’ un po’ d’acqua, le stelle, eppo’ le gente.”
Detto fatto! ‘n se’ giorni era finito.
E pensa’ che lo fece ‘nsenz’ arnesi
Eccetto, eccolo ‘vi, di ‘vesto dito!
Ma che ti gira ‘r capo, eh, Balatresi!
E noartri, anco ‘n dua, moglie e marito,
Se si vor fare un omo… nove mesi!
Firenze, 1879.
Solo per maniaci: For the love of Port e Burgundy Report
Se vi chiamate Luca Martini e fate il sommelier ad Arezzo, sicuramente non ne avete bisogno (visto la sua erudizione in materia di Borgogna, era l’unico a sapere quanti ettari è il vigneto Les Clos nello Chablis) ma per tutti gli altri consiglio di visitare il bellissimo sito Burgundy Report per sapere tutto ma proprio tutto sulla culla dello Chardonnay e del Pinot Noir prima che ve lo raccontino gente che in Borgogna non ci ha mai messo piede…
E allos stesso modo, andate a visitare For the Love of Port per sapere tutto quanto c’è da sapere sul Porto e sulle sue innumerevoli sfumature e tipologie, praticamente in grado di coprire ogni esigenza enoica.
Tra gli articoli sul Porto, vi segnalo l’imperdibile top 12 vintage Port di tutti i tempi: preparate i portafogli!
Entrambe le segnalazioni arrivano dall’ottimo Eric LeVine di CellarTracker, un servizio database online sulle cantine e sui vini del mondo che vi invito ad utilizzare sempre più spesso. Ad esempio la cantina di Burde la trovate qua…
Two fantastic nee web sites with RSS for knowing everything you will ever need about Burgundy (chardonnay and Pinot noir) and Port wines.
Courtesy of Eric LeVine from CellarTracker, here are the links:
Burgundy report
Fot The love of Port
Arnione 2002 IGT Campo alla Sughera
Annata piovosa ma quasi miracolosa a Bolgheri dove tutti i grandi (eccetto Antinori) hanno presentato il loro grand vin.
Campo alla Sughera ci porta questo 2002 non molto fine al naso ma in bocca sorprende per concentrazione di frutto (mirtilli e more). Tannini dolci e forse a fine corsa, ma berlo oggi è una goduria notevole!
Clicca qui per la video degustazione
Ratatouille e il vino: due riflessioni
Già perchè di bellissime e interessanti parole sulla cucina di Ratatouille è pieno il web (ma non così belle come quelle di Sigrid Verbert alias Cavoletto di Bruxelles), così come è pieno di versioni di ricette della ratatouille, ma del vino che pure nel film se ne vede e se ne beve tantissimo, ovviamente nessuno ne parla!
E si preferisce discutere sul vino che la Disney voleva lanciare sul mercato USA, rinominando un borgogna bianco a base chardonnay da 12,99 dollari. Per fortuna del Vino in generale la mossa commerciale si è impatanata…anche perchè nel film il protagonista è il grande rosso di Bordeaux. Precisamente le mitiche bottiglie che i protagonisti bevono sono un sontuoso (immagino) Chateau Latour del 1967, uno Cheval Blanc del 1947 e un Lafite Rotschild di annata non definita. Si scorge anche uno champagne e un Cote Rotie che Ego beve nel suo studio nella bellissima scena in cui gli viene annunciato che deve tornare da Gousteau dopo l’ultima stroncatura.
Che dire delle scelte? non entro nel merito degli abbinamenti perchè il Latour viene bevuto per altri scopi che non sono alimentari, che lo Cheval Blanc viene solo nominato e che il Lafite viene ordinato PRIMA di scegliere il piatto però faccio notare che, a dispetto del Pinot Noir e della Borgogna che ultimamente almeno nel cuore dei presunti veri intenditori ha surclassato il vecchio e demodè Bordeaux , nel film il vino classico che più classico non si può si prende una bella rivincita.
Stai a vedere il vitigno Kiarostami (© Andrea Scanzi) comincia un pò a perdere l’effetto Sideways che tanto lo aveva celebrato?
E che magari il caro vecchio taglio bordolese è sempre e comunque l’archetipo di vino cui tutti ci rifacciamo?
Non continuate a leggere se non volete rovinarvi il finale…
****Spoiler*****
A me ha colpito più che altro il perchè la ratatouille vince. Vince sulla logica fredda del critico perchè viene cucinata talmente genuina e semplice che risveglia in Ego un ricordo ancestrale della cucina di mamma: la fusione dei sapori delle verdure è tale che cade ogni barriera psicoogica e ogni costruzione intellettuale rispetto alla cucina, lasciando vivere solo la parte emozionale che questa fa risvegliare (e potrebbe essere un bel metro di giudizio per tante cucine odierne…).
Allo stesso modo il vino forse sta cominciando a perdere la funzione di stupore ad ogni costo per assumere quella più semplice e genuina di compagno della buona tavola, schietto complesso e raffinato, ma soprattutto vero e capace di risvegliarci emozioni profonde, magari legate a qualche episodio della nostra infanzia. Non mi riferisco al famoso ciuccio intinto nel Brunello per natale (cooome? da voi non si usa?!?) ma quanto ad una serie di profumi e sensazioni primigenie che alcuni vini hanno la capacità di regalarci. Mi è capitato, anche solo domenica scorsa, di rimanere impietrito e basito nell’assaggiare lo Chambertin 2002 di Trapet però non mi ha scaldato minimante il cuore come il sorso di Poggio al Vento 99 che ho bevuto martedì scorso in cucina a casa mia prima di andare a letto (ed era aperto da venerdì sera…). E non posso dire che il Poggio al Vento sia un vino in assoluto migliore (in termini di punteggio) ma in termini di emozioni, PER ME, non c’è paragone! Però io sono toscano di almeno sesta generazione e oste di quarta quindi ho una deriva genetica che mi impedisce di legarmi sentimentalmente a vini che non siano a base sangiovese quindi sono un caso a parte…
Ah già, volete magari sapere com’era il film…vi dirò che da grande fan della prima ora della Pixar, vi assicuro che ci troviamo di fronte dal punto di vista tecnico, grafico e registico ad un nuovo termine di paragone per l’animazione e che nemmeno per due secondi mi è venuto da pensare che fosse un film il cui target fosse Malwin…
E quanto al resto, concordo al 100% con tutto quanto ha scritto Piera Detassis di Ciak quando dice che Ratatouille è “uno spettacolo degno della grande e perduta classicità di Hollywood”.
Chapeau, Brad!
Campioni a confronto: abbinamenti al menu proposto
E’ vero che sono difficili da degustare 3 vini alla cieca in pubblico su di un palco ma la prova che desta sempre più impressione e che 3 anni fa a cagliari mi atterrì completamente (anche perchè sul palco c’era Luigi Perazzo) è la prova di abbinamento al menu dei vini. Perchè, A PARTE riconoscere i cibi e descriverli nelle loro componenti gustative (che è già notevole perchè molti di questi cibi almeno io li conosco solo per sentito dire…) ci sono 4 vini da abbinare ai 6 piatti. Quindi doppia difficoltà nello scegliere le tipologie giuste di vino usando un vino per due piatti (6 vini sarebbe “troppo” semplice) e poi ricordarsi Cantina Etichetta e Annata di qualcosa come 500 vini (4 vini di 4 regioni diverse per i vari paesi produttori mondiali…).
Le domande quest’anno sul menù che vedrete proiettato erano di abbinare 4 vini italiani di 4 regioni esclusa quella di appartenenza del candidato e 4 vini spagnoli di 4 regioni diverse eccetto l’Andalusia (Sherry, Malaga & co).
Ecco gli abbinamenti “italiani” di Nicoletta Gargiulo
Ecco gli abbinamenti “spagnoli” di Nicoletta
Ecco gli abbinamenti “italiani” di Cristiano Cini
Ecco gli abbinamenti “spagnoli” di Cristiano Cini
Cristiano Cini e la decantazione
Classe e stile è una delle voci più importanti in giuria. E Cristiano Cini ha dato una dimostrazione impressionante della sua bravura nel decantare un vino rosso, risultando in questo molto meglio di Nicoletta.
Un video da studiare!!!
Ecco Cristiano Cini alla prova di decantazione del Vino Rosso (Chateau Palmer 2003)