Primi auguri da blogger e un pò di emozione mi coglie leggendo i bellissimi auguri e riflessioni di Franco, Filippo, Lizzy, Giovy, Massimo, Angelo (Shor) e tutti gli altri di cui mi dimentico e quindi la butto sul filosofico visto che non sono bravo a citare frasi di altri ma solo i pensieri…
Faccio mie alcune riflessioni di Thomas Friedman tratte dal bellissimo libro “il Mondo è Piatto”, in particolare volevo farvi riflettere su cosa dice del mondo globale, di internet e delle guerre. Specie quando molto candidamente prova a capire come è fatto il suo notebook e scopre che “il design è stato realizzato un po’ in Texas, un po’ a Taiwan. Il microprocessore è Intel, brevetto americano, ma è stato fabbricato in Costarica. Oppure (la Dell ha più di un fornitore) nelle Filippine o in Malaysia. I banchi di memoria RAM vengono dalla Corea o dalla Germania. La scheda grafica dalla Cina. La ventola di raffreddamento è stata costruita a Taiwan. Così come per la scheda madre. La tastiera in Cina. Lo schermo in Corea. La scheda wireless in Malaysia. Il modem viene dalla Cina o da Taiwan. La batteria è stata prodotta in Messico. L’harddisk a Singapore. Il lettore cd/dvd in Indonesia. Il trasformatore in Thailandia. La chiave USB, viene da Israele. Il filo elettrico l’hanno fabbricato in India. La borsa per trasportare il tutto arriva dalla Cina. Il computer è un prodotto che si presenta allo stesso modo in tutti i luoghi del mondo ed è costituito da diversi oggetti che, a loro volta, vengono da luoghi distanti migliaia di chilometri“.
Certo le condizioni dei lavoratori di molti di questi componenti non sono ai livelli dei nostri ed è auspicabile che migliorino, ma dove lo trovate un collante più forte e più deciso di questo tra le nazioni del mondo? Un collante talmente forte che scoraggia e rende ancora più assurda una guerra.
Ovvio, non è che ci sia da gridare al miracolo se China e Taiwan non si sparano addosso solo perchè così si taglierebbero fuori dalla supply chain globale, però ecco dico solo che solo 10 anni fa pensare che paesi teoricamente mortali nemici sono in realtà così collegati da non poter fare a meno l’uno dell’altro un pò rassicura…
Ma volevo farvi notare anche come in un “mondo piatto” connesso sempre e comunque, le disparità e le possibilità di accesso ai servizi e ai benifici si annullano fin quasi a sparire. E come al contempo l’offerta di beni e di servizi disponibili si arricchisca ogni giorno fino a diventare un lunghissimo scaffale virtuale dove ciascuno può trovare cosa desidera e soprattutto ciò che gli serve. Una immane coda lunga di nicchie pronte da essere scoperte e sfruttate in ogni modo da chiunque.
L’altro giorno da Burde a pranzo sono venuti dei tizi di una ditta open source che mi hanno portato il notebook per il terzo mondo ideato da Negroponte, l’ormai famoso OLPC. Un aggeggio che solo apperentemente sembra un clementoni qualsiasi…In realtà, e basta accenderlo per rendersene conto, è un formidabile pc notebook wi fi capace di funzionare per giorni in piena luce in ogni condizione, e soprattutto destinato a tutti i figli di questo mondo ancora esclusi dal villaggio globale, ideali esempi del grande digital divide che affligge il mondo oggi. Per dirla con Nicholas “A a unique harmony of form and function; a flexible, ultra low-cost, power-efficient, responsive, and durable machine with which nations of the emerging world can leapfrog decades of development—immediately transforming the content and quality of their children’s learning“.
Non siamo riusciti in millenni a sfamare tutte le persone sulla terra nè a trovare il modo di dare a tutti le stesse reali possibilità di ottenere ciò che desiderano dalla vita, però siamo sulla buona strada per ottenerlo almeno nel campo virtuale di internet. Se avete letto qualcosa di Negroponte sapete già che il mondo come lo conosciamo oggi lo aveva descritto pari pari nel 1996 (internettianamente parlando, all’età della pietra!) con frasi tipo “… a few years you can [online] learn how to make couscous from Julia Child or a Moroccan housewife. You can discover wines with a sommelier or a Burgundian winery“.
Anche io nel mio piccolo ho ricevuto più soddisfazioni professionali negli ultimi 6 mesi che negli ultimi 6 anni e questo lo devo in gran parte a Internet, ai blog e alle possibilità che questi offrono.
Certo, Internet apre tante possibilità soprattutto a coloro cui nel mondo degli atomi queste sono precluse, e senza andare in Africa mi viene in mente che il 70% dei presenti al Forum GT e dei migliori SEO e Web Marketer italiani sono tutti nati sotto Firenze, ma le apre anche a chi invece che costruire vuole distruggere.
L’Undici Settembre in un mondo NON piatto non sarebbe stato possibile e la stessa rete che fa realizzare i progetti imprenditoriali di una software house indiana o di una tribù africana, è la stessa che aiuta a gestire la supply chain di un’atomica o la pianificazione just in time di un attentato spettacolare…quindi ecco che l’obbligo morale che hanno gli organi di comunicazione e gli uomini tutti è proprio quello di volgere in positivo il pensiero e l’animo di tutto questo nuovo mondo che si apre.
Di aprirsi alla speranza, di aprirsi all’amore di Dio, di aprirsi alla gioia e alla bellezza di stare insieme diversi e tutti coinvolti nel globale.
Che oggi è tanto vicino quanto mai prima, ma che ci chiede tante responsabilità e tanta cultura d’amore per essere sfruttata al meglio.
Per cui quest’anno ancora di più di sempre, auguri di un vero santo Natale nel cuore di tutti noi e nell’anima pulsante di questo mondo che non hai avuto bisogno di Dio come adesso.
PS
sono in vacanza in germania fino al 2 Gennaio quindi auguri sul serio per il 2008 visto che ci risentiamo ad anno nuovo!