Icchè mi succede

WBW #41 : Friuli Whites: Damian Podversic Ribolla Gialla 2003 Venezia Giulia IGT

ribolla giallaGreat idea for a WBW to use Italy’s best and in this moment best known (thanks to Wine Spectator…) whites.

This time I tell you about one of the most surprising whites I’ve ever taste and the producer is Tana degli Orsi’s friend Damian Podversic from the extreme border region of Cars. The wine is an enormous Ribolla Gialla (yelllow Ribolla) biodynamic style, aged partly in old amphoras. Impressive when it’s cold with fruits apricot apple ginger and gourgeous when it gets warm developing layers of sweet notes and spices. Tea, cinnamon, honey, citrus candies and a humami flavour that I can still feel in my mouth.

I’ve always thinked about these wines being the perfect paring for a whole dinner, cold with the appetizers, lightly warm with pasta and meat and almost warm in the end with fruits and cakes. And at every stage is enjoyable and tasty in a different way.

A little bit like Gravner much appreciated Breg and Ribolla but here we have a wine that you can REALLY enjoy and drink, and not only a wine to astonish other people’s mouths!damian
damian retro etichetta ribolla 2003

Mac Book Air : lo voglio! qui! ora! subito!

mac book air
There’s something in the air…canticchia Steve Jobs, e il sogno mio (e anche di Aristide, confessalo!) è realtà! 1700 dollari non sono pochini, ma di nuovo, tutto ciò che si ha per le mani improvvisamente pare più vecchio…e l’Iphone acquisce una specie di GPS basato sul GSM e su google maps…insomma il futuro ha sempre più il profumo della mela!
E da smanettone PC, un altro pezzo della mia anima MS DOS se ne va per sempre con l’ultimo Keynote Speech…
Dettagli qui, su MacRumors.

Aggiornamento:

Già si sprecano le critiche, da Geekissimo e anche da Paolo Attivissimo. Sono tutte condivisibili e sacrosante (una sola porta USB, niente unità ottica, enfasi su wifi, ancora un pò troppo grande per usarlo in aereo) ma come sempre quando si parla di Apple, le specifiche e le caratteristiche tecniche non sono ciò che fa il prodotto! Il prodotto è un social object potentissimo che divide il mondo tra chi ce l’ha e l’adora alla follia (sopportandone tutte le limitazioni, anzi facendole passare come pregi di semplicità) e chi non lo sopporta e non capisce chi lo usa (ricordiamoci il claim geniale per l’Ipod Shuffle “life is random“).
Così come l’Iphone che perde contro tutti i telefoni di ultima generazione Nokia o l’IPod che viene surclassato da ogni dispositivo mp3 sul mercato, quando poi lo usi te ne strafreghi dei confronti e semplicemente sei felice perchè ti senti “diverso” e una persona dall’approccio alla tecnologia meno geek e più smart. Orribili anglicismi per dire che gli ultimi prodotti Apple mi pare siano sempre più gadget tecnologici per far vivere la tecnologia a chi usa più che per usarla. E soprattutto però sono oggetti che diversamente da tutti gli altri, ti danno un’immagine realistica di cosa sarà il futuro, e in questo senso, penso siamo tutti d’accordo che un PC con 8 usb o un lettore masterizzatore HD DVD non ci serve nè ci servirà MAI!
Sarà il mio punto di vista, ma ogni volta che ho scelto Apple e le loro “presunte” limitazioni (dal DRM sulle canzoni al solo GPRS per l’Iphone) non mi sono mai sentito ingabbiato, anzi paradossalmente più libero di scegliere e aperto agli utilizzi più intelligenti della tecnologia.
E con il MacBookAir mi pare che sia stato fatto un passo nella stessa direzione, ovvero è stato detto al pubblico di cominciare a smettere di pensare di archiviare e masterizzare centinaia di GB di informazioni ma di passare ad usare la rete sempre più come base della nostra vita, per la musica, per i film (che mi serve leggere i film in DVD se me li posso vedere in straming da iTunes a 3 euro l’uno?) e per i documenti di lavoro (che mi serve portarmi dietro un backup se posso lavorare online)???

Giampaolo Paglia da Burde con 8 annate di Capatosta, venerdì 18 gennaio!

capatosta vertTra queste due bottiglie non ci sono solo 8 annate di distanza ma proprio un modo nuovo di guardare la Maremma, il Morellino e il vino toscano. E Giampaolo con la sua scelta di vita familiare a metà degli anni 90 ha portato un pò di Inghilterra e un pò di mentalità (tuttora) ribelle in un posto che si prefigurava come l’ennesima toxploitation (ovvero sfruttamento alla Toscana di un giacimento vitivinicolo turistico) e che invece ora sta cominciando a dare non solo vini semplici e tranquilli ma anche vini importanti.
Certo manca tuttora la storia e la riprova che il vecchio Morellino di Scansano da bere in 3 (ovvero uno a berlo e due a tenerlo) si è trasformato in uno dei grandi vini toscani da classifica e da esportazione, alla pari del Chianti Classico, del Brunello e della new wave bolgherese.
Per toglierci ogni curiosità in merito, venerdì 18 gennaio abbiamo chiesto a Giampaolo di portarti TUTTE le annate del suo vino “cult” per assaggiare insieme e per vedere se la prova del tempo gli darà ragione oppure se la Maremma deve ancora pazientare per trovare un suo re…
8 annate di Capatosta, solo pochi posti rimasti ancora (in prenotazione) per un evento in anteprima da Burde questo venerdì, in accompagnamento salumi del casentino, Formaggi di Corzano e Paterno (le pecore di Tillo hanno ripreso a fare latte…) e assaggini di cucina di Burde di terra per far da contorno ad una serata (anche dal punto di vista blogger) imperdibile!
E a proposito di blogger famosi (come Giampaolo, vincitore pure dell’ultimo Squisito Blog Cafè), chissà se l’indirizzo primordiale 1.0 aziendale “guazza@tin.it” è ancora attivo!
Che nostalgia!!!
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Obituary a casa mia, slowly we rooooooooot!

obituary viper firenzeOh non proprio a casa mia, ma al Viper, ovvero a 10 minuti a piedi quindi lo considero un pò l’estensione del mio salotto…specie quando in una notte ringiovanisco di 20 anni, rimetto la magliettona teschiata d’ordinanza, gli anfibi e mi posso bere una Bock doppio malto facendo headbanging senza pensieri per un’oretta! Grazie a Marco e allo staff del Viper, ho le orecchie indolenzite e un pò di mal di collo per aver danzato un pò sulle note dell’ultimissimo Executioner’s Returns.
Che bellissimo non è, specie se confrontato con i seminali Slowly we rot, Cause of death e The end complete, ma ti fa passare un’oretta in allegria come appunto nel 1989 quando la Florida era l’ombelico del Death Metal e le band come gli Obituary invadevano il mondo. O meglio pensavo invadessero il mondo, su Wiki leggo infatti che cause of death sono al quinto posto assoluto per album death venduti con “sole” 368,184 copie (all’epoca sinceramente pensavo vendessero milioni di dischi….).
Dal 1989 si vede che è passato un pò, si riposano tra una canzone e l’altra, la gente poga un pò meno, bevono acqua invece che Jack Daniels e di salti non ne fanno più, però il wall of sound è il solito e anche qualche battito di cuore da metalkid troppo cresciuto che ogni tanto scappa fuori e di nascosto se ne va a godersi una birra in compagnia di altri thirty-something reduci degli anni 80, ma quelli metal!
E adesso che aspettano i Sepultura a riformarsi? Per loro vado anche in Brasile!!!!
a gori ibrra viper

In fondo al tunnel…cosa farò nelle prossime due settimane /Down the tunnel…what I’m going to do for the next two weeks

tunnel mayer nuovoDicevo là in fondo al tunnel mi pare già di vedere il London Bridge e soprattutto mi pare già di vedere il Torero e il Bulldog (così li ha soprannominati Adrilinda, facendo di me un Toro Chianino…) che mi aspettano sul palco dell’Hilton. E’ stata una settimana durissima ed esco piano piano da una mega febbre che non raccomando a nessuno che mi dato davvero pochi momenti di lucidità…E ora che è tornato eccomi a studiare paginate di termini culinari francesi e inglesi perchè il menu della prova finale pubblica del campionato sarà di esaminare un menu in FRANCESE, di commentarlo in INGLESE e abbinarci vini di tutto il mondo, ovviamente sempre e comunque tutto in inglese. Fino a poco tempo fa avevo coscienziosamente ed accuratamente evitato il francese in ogni modo possibile e, marsigliese a parte che se a memoria (retaggio della IV elementare) ogni parola, buio profondo su “caille”, “homard”, “e finezze quali “squilles” e “turbot”. E invece ora sono proprio a studiare libri e dizionari di cucina francese e dizionari e libri di cucina in inglese per vedere di colmare il gap (credo enorme) su Gabriele Rappo.
E nel frattempo i vari schemini con 5 vini per ogni paese del mondo da abbinare ai piatti del menu vanno rimpolpati con fresche “tasting notes” recuperate ogni dove se non fatte di sana pianta…
Insomma meno male che l’influenza (o almento questa tornata) è alla spalle perchè di lucidità me ne serve davvero tanta!
E mentre contemplo la foto di Roger sul mio monitor in puro stile Rocky III, ecco che alla ricerca di improbabili tasting session mi imbatto nel diario blog di un sommelier inglese, scritto con cura e stile divertente, molto dalla parte di chi lavora, ma ricco di dettagli divertenti per chi ordina e fa ordinare vino al ristorante. Si chiama “Tales of a sommelier” ed è curato da Garry “Grazza” Clark 36 enne sommelier presso il risotrante Arkle a Chester in una bella SPA. Ed è veramente divertente a volte leggere le disavventure con i tappi, con i borgogna degli anni 80 ormai da buttare, con le delusioni (un Petrus 81 a fine vita!) e le sorprese (un Forts del Latour 85 ancora in grande forma.
Un diario di sommelier senza troppi grilli per il capo, ma scritto con amore e passione per il proprio lavoro, da leggere se volete sapere cosa pensiamo quando vi proponiamo alcune bottiglie…

I mean that there, down the tunnel, I just can see the London Bridge and above all the “Torero” and the “Bulldog” (Adrilinda named them like this, making a Toro Chianino of me ) waiting for me on the Hilton stage. It’ s been a hard week, I had a bad flue and no clearness of mind… now I’m back, spending all my time in studying a huge quantity of English and French food terminology, because the last public test of the challenge will be the examination of a menu in FRENCH and the comment of it in ENGLISH, and obviously, the match with wines from all around the world, (clearly in English no doubt). I had consciously neglected the French language for the most part of my life, except for “La Marseillaise” (heritage of the primary school), I just ignored the existence of terms such as “caille”, “homard”, “squilles” and “turbot”. At present I’m trying to full the huge gap about Gabriele Rappo, reading, or better devouring, a lot of terminology. And now I have to supply new tasting notes to the schemes composed by 5 wines from each country which has to be matched with the menus …well, now more than ever I need to be brainy! And while I’m looking for new tasting sessions, I find out the stylish and smart blog of an English sommelier, useful for the operators and interesting for consumers and wine lovers too. Named “Tales of a sommelier “, edited by Garry “Grazza” Clark, a 36 years sommelier at the Arkle restaurant in Chester, located in a beautiful spa. It’s amazing to read about his overall experiences, his problems with corks or with a 80 years Burgundy to waste, about his disappointments ( an expiring Petrus 81 ) and surprises (a Forts of Latour 85 still in good shape). A good blog that shows no whims but a lot of passion for this job, just to know what we think while we propose you a particular wine…

Un sommelier fiorentino a Londra: è realtà! Ed è ancora Italia vs Spagna…

londraIn questo momento, dato i 38 di febbre, parrebbe un delirio e invece è tutto vero! Il 31 Gennaio sarò davvero all’Hilton on Park Lane di Londra con tutta la WSA, con Angelo Gaja, con fior fior di produttori italici a giocarmi il titolo di Miglior Sommelier d’Europa!
Era nato come un sogno e adesso è diventata una realtà bellissima di cui ringrazio tutti quanti mi hanno supportato e sopportato sin qui…moglie, figli, mamma (noi italiani siamo mammoni, no?) babbo, presidente Baroncelli, presidente Medri, lettori del blog, forumisti Rex Bibendi, colleghi Sommelier…insomma tutti quanti mi hanno spinto a insistere a continuare a studiare e ad impegnarmi in questa direzione.
Che adesso trova sulla sua strada però due autentici fuoriclasse, certamente molto più avvantaggiati e favoriti di me per la vittoria (e non è scaramanzia spicciola o falsa modestia). Saranno contenti i giornali che potranno tornare sulla querelle Italia contro Spagna visto che uno dei finalisti è Roger Viusà, superstar spagnola (anzi catalana) del vino con già un discreto seguito, che lavora all’Hotel Omm e Gabriele Rappo, italiano ma che lavora a Londra al Wonder Bar all’interno del Megastore Selfridges di Oxford Street (quindi si giocherà il fattore campo).viusà roger sommelier Come temevo insomma si tratta di due abituati da tempo a gestire clientela internazionale e bottiglie importanti e pure un bel pò di stress…oddio quello però non manca neanche da queste parti, specie adesso che devo cominciare a darci dentro con abbinamenti, carte dei vini e prove prove prove prove prove di degustazione…
Se sapete di qualche searta evento in cui ci sono un bel pò di vini europei in degustazione, fatemelo sapere!!!

Skype e le telemedicina: più vicini di quanto pensiate…

mayerFino ad ieri sera consideravo skype un qualcosa di carino e tutto al piû buono per organizzare piccole conferenze e per far parlare mio figlio malwin con i nonni in germania e poterli vedere di tanto in tanto. Ma ieri sera con malwin a letto da due giorni con vomito e febbre alta si è dimostrato veramente straordinario come tool di telemedicina. Ho raggiunto via cellulare il mio pediatra che di fronte alla mia preoccupazione mi ha invitato a accendere skype e a far visitare mio figlio in una videochiamata. Al contempo preoccupato dal colore e dall odore ematico del vomito invio per mail una foto in alta definizione del referto. Con un pò di zoom il pediatra mi dà ragione sulla presenza di sangue . Ovviamente la prognosi prevede di recarmi il prima possibile all ospedale pediatrico Mayer per una visita urgente al pronto soccorso. Qui di corsa ricoverano Malwin in uno stato un pò preoccupante di disidratazione. Vi risparmio la pena di descrivere i vari tentativi di trovare una vena per la flebo che non collassasse subito con l’ago. Non voglio arrivare a dire che sia stato skype a salvare mio figlio ma sicuramente mi pare emblematico di quanto bene e di quanto progresso è stato e sará possibile fare utilizzando la rete in tutte le sue possibilità. Oggi siamo a casa, Malwin ha ripreso colore ed energia e tra poco c’è la skypecast di Filippo Ronco…

Abbinamenti Bistecca e Champagne: teoria e pratica della bollicina in Toscana

gabbiePiccolo approfondimeno ad un mesetto di distanza dalla degustazione di maggior successo dello scorso anno.
Già vi ho detto perchè abbiamo provato a fare questa eresia della Bistecca abbinata con lo Champagne specificando che si trattava di una provocazione ma anche un modo di verificare il famoso detto che la bollicina sta bene su tutto…
Il tutto spingendo un pò ai limiti il lavoro e la frontiera del Sommelier in Toscana e di quello che dovrebbere essere appunto il ruolo di un sommelier, ovvero quello di consigliare al cliente secondo le sue esigenze (comprese quelle “natalizie”) quanto di meglio c’è in cantina per abbinare ai piatti che desidera mangiare. Quindi una specie di servizio pubblico e di guida per chi ama lo Champagne e la CO2 in genere ma che non ha voglia sempre di procurarsi ostriche, astici, caviale e quant’altro di tradizionalmente abbinato alla nobile bollicina.
E in effetti la serata è andata via benissimo con 37 bottiglie in 58 persone senza nessun mal di stomaco, nessun attacco da solforosa e (almeno per quelli con cui mi sono sentito o che ho incontrato dopo) nessun mal di testa del giorno dopo.
Riprova che lo Champagne quello giusto merita veramente tutto il successo che ha sempre avuto e che continua ad avere travolgente. gente
Ho visto tanto interesse e anche tanta voglia di scoprire una bollicina insolita che uscisse dagli scaffali dei supermercati e in questo i nostri RM si sono davvero superati per risultare freschi vivaci e mai noiosi.
La cucina toscana è cucina da vini rossi è vero ma dopo questa serata mi sento molto più tranquillo a servire Champagne da Burde (di nascosto a zio Giuliano, è ovvio) perchè sono venuti fuori insospettabili matrimoni d’amore come quello del Rosè con la Ribollita e del Pinot Meunier sul prosciutto arrosto che rimarranno nella memoria di molti.
Sugli altri c’è da andare ovviamente più cauti, specie sulla bistecca, ma devo dire che è stato davvero divertente verificare sul campo le teorie della sommellerie internazionale in materia.
Dal punto di vista didattico ais la tanto ricercata armonia tra bistecca e champagne è comunque irrealizzabile e cerco di mostrarvelo sul nostro grafico abbinamento cibo vino:
abbinamento bistecca champagne
I problemi maggiori sono proprio nel forte squilibro tra la componente della Succulenza della bistecca che avrebbe bisogno di tannino (marginalmente presenti in qualche millesimato, come pure nel nostro grandissimo Beaufort 94) o di alcool (ma raramente gli champagne vanno sopra i 12,5%). E’ proprio il tannino bello sveglio che ci fa piacere la carne rossa ad esempio con dei Chianti Classico Riserva o dei Nobili di Montepulciano!
Altri punti critici sono la persistenza gusto olfattiva della bistecca che è sì importante ma non così come la PAI del vino. Già meglio l’aromaticità della carne sul profumo e sull’intensità del vino ma in bocca la situazione non è bilanciatissima!
Situazione molto più armonica e sorprendente per gli altri piatti come il prosciutto arrosto che si è rivelato straodinario abbinato allo Charpentier Brut Reserve a base Pinot Meunier dove la succulenza del piatto era molto inferiore e anzi avevo bisogno di freschezza nel vino per contrastare un pò di secchezza della carne e dove la persistenza gustativa del vino e del cibo erano davvero paragonabili. Altri dettagli interessanti sono che la carne aveva una maggior grassezza e questo permetteva di utilizzare al meglio la capacità sgrassante della CO2 del vino e anche per la leggera tendenza dolce delle patare arrosto, la sapidità del vino era più che sufficiente. Quindi come vedete dal grafico qui sotto, situazione molto più armonica e appagante.
prosciutto charpentier pinot meunier
paolo grazianoE a proposito di teoria, vi segnalo qui alcune delle riflessioni che abbiamo fatto con Paolo e Graziano della Vinoteca al Chianti e riporto la lista dei post degli Champagne della serata per vostra comodità.
Qui infine la foto gallery dell’evento.

Digressioni e riflessioni
Introduzione allo Champagne RM e alla serata
Temperatura di Servizio Champagne
Colore dei Rosati
Uso del liquer d’expedition
Abbinamenti impossibili
Scegliere uno champagne da importare in Italia
Dinamica della bollicina nel palato

Degustazioni Champagne
* Michel Genet – Chouilly Champagne Extra-Brut Blanc de Blancs à
Chouilly Grand Cru Champagne AOC

* René Geoffroy – Cumières Champagne Rosé de Saignée Premier Cru
* J. Charpentier – Villers-sous-Chatillon Champagne Brut Réserve
Pinot Meunier, Pinot Noir

* André Beaufort – Ambonnay Le Brut Millésime Grand Cru 1994
* Jaques Copinet – Montgenost sur Marne Champagne Demi Sec Rosè

Sentiamoci su Skype lunedì!

skypeAltra trovata di Filippo Ronco….prima chiaccherata sul web sul vino 2.0! Il meccanismo è semplice e così ce lo spiega Filippo Ronco di Vinix: “In pratica una conversazione vocale gratuita tra più abitanti di vinix (e non solo), durante la quale alcuni – quelli che si sono già prenotati e quelli che si aggiungeranno qui di seguito segnalando nei commenti l’argomento del quale desiderano parlare – interverranno a voce, mentre tutti gli altri potranno ascoltare semplicemente oppure commentare o fare domande in diretta nell’apposita chat.!
Potete inserirvi come relatori o anche solo ascoltare appunto e partecipare via chat.
Credo che di materiale su cui lavorare ce ne sarà a bizzeffe nonchè di spunti interessanti per i mesi a venire e sarà pure interessante vedere quanta partecipazione ci sarà da parte del pubblico della rete!
Io mi sono iscritto a parlare “ovviamente” della mia esperienza di Sommelier Informatico e delle opportunità che la rete offre oggi a chi fa la mia professione, non solo dal punto di vista della visibilità che si può ottenere ma anche come si può utilizzare l’enorme mole di dati che sono a disposizione sulla rete, nonchè i principali tool del sommelier online (cellartracker, snooth, cork’d e quanti altri).
Ci seguite?

I blog hanno fatto il loro tempo? Così pensa USA Today…e The NPD Group

usa todayOgni anno per merito della mia famiglia “europea” passo buona parte del Natale e di Capodanno nelle lounge degli aeroporti e mi capita di avere tempo voglia e possibilità di leggere articoli e giornali che in genere non avrei il tempo di leggere, per di più in questo periodo ci sono un sacco di previsioni per l’anno che verrà e ogni tanto qualche “bomba”.
Quest’anno ho trovato su Usa Today e sul Financial Times alcuni spunti interessanti, e preoccupanti al tempo stesso. Sul FT si parla dell’iPhone e dell’aumento correlato dello spending in UK per i servizi via web e spero di tornare sull’argomento prima o poi.
Su Usa Today invece (articolo completo qui) leggo che secondo l’autorevole Marshal Cohen dell’NPD Group i blog avrebbero fatto il loro tempo e che le persone e soprattutto i consumatori, in tempi difficili come questi, preferirrebbero consultare e leggere professionisti e fonti di informazioni “fidate” piuttosto che semplici appassionati. Per di più pone i blog come fenomeno che rimarrà solo perchè comunque sempre qualcuno vorrà avere uno spazio per dire la sua ma che rimarrà poco più di uno sfogo personale. E chiosa dicendo che “The average person may well be shouting ‘I want a say,’ but that’s created an absence of legitimacy on the Web”. Ora magari potrebbe essere interessante ma se poi mi suggerisce che la legitimacy sul web “maybe it’ll be Oprah, or maybe it’s Consumer Reports” (ovvero il nostro AltroConsumo).
Come dire, in salsa USA quello di cui si sta discutendo sul blog di Tombolini e, di risposta, su BlobFood. La legittimazione a parlare sul web e l’autorevolezza di chi si esprime online sembra quindi essere uno dei punti chiave del prossimo futuro e non solo in USA.
Il tutto è contenuto all’interno di un articolo sul “Getting Real” che mentre abbassa i blog, elogia e amplifica la valenza (secondo loro) enorme dei social network come MySpace e Facebook (secondo me può essere la prospettiva USA in questo senso ad essere diversa, visto che sembra che negli Stati Uniti un account su Facebook ce l’abbiano tutti) che presto saranno usati anche dalla nonna per sapere che fa suo nipotino e cosa gli deve preparare per cena. Idea interessante ma secondo me un pò fuori dalla realtà (almeno per i prossimi 10 anni).
Almeno però l’articolo finisce con un rassicurante (per chi lavora nel campo food and drink o leisure in generale) scenario in cui i consumatori anzichè essere spaventati da terroristi e problemi sociali decidono che non vale la pena preoccuparsi e penseranno nel 2008 soprattutto a “eating more red meat, drinking, smoking” lasciando al 2009 il tempo del pentimento.
Tornando al succo della questione, mi fa un pò pensare (male) che anche in USA i blog siano visti con parecchio sospetto dalla stampa ufficiale e che online si stiano moltiplicando da una parte le testate che offrono spazio a tutti quanti vogliano bloggare e dall’altra si lavora di fino per svuotarli di valore e relegarli a sfoghi personali che, come i proclami per musica, alla fine lasciano piuttosto il tempo che trovano.
In questo mi trovo ad esempio parecchio d’accordo con Luca Conti di Pandemia quando se ne esce con chicche come questo suo post sulla blogosfera e sulla stampa online americana.
Insomma non sono qui a dire che i blog cambieranno il mondo ma che sicuramente fanno parte di un processo di trasformazione della fruizione dell’informazione che sarà pilotato in un futuro piuttosto prossimo da Google Yahoo e altri giganti del search, relegando gli attuali aggregatori di notizie in spazi sempre molto più limitati. Anzi forse le testate tradizionali saranno lette per aver qualche spunto di conversazione mentre quando si vorranno informazioni precise e consigli utili si andrà da tutt’altra parte.
E nel frattempo (così come la digitalizzazione della musica sta spazzando via le case discografiche e l’industria musicale così come l’abbiamo sempre conosciuta) così succederà al mondo dell’informazione se non si saprà adeguare ai tempi futuri.
Così come ho detto per le guide dei vini lo ripeto anche adesso, non ho alcuna idea nè proposta su come saranno o andranno aggregate le notizie in un prossimo futuro ma secondo me molto più così
reader

che così…

repu
(e prendo Repubblica perchè forse è la migliore tra le testate classiche online!)