Icchè mi succede

Cosa ci dice la classifica di Laimburg…Pinot Nero 2005 in analisi

Due righe di approfondimento sui Pinot Nero del 2005, adesso che abbiamo la classifica complessiva. Intanto qui potete vedere la mia scheda con i voti dati ai singoli vini “alla cieca”. Una rapida occhiata fa vedere come abbia dato al Fortuni esattamente la media voto raccolta dagli altri 15 degustatori, cioè 80 punti mentre su Muri Gries addirittura ho dato 86. Franz Haas invece mi era piaciuto meno e gli avevo attribuito 76 punti. Più accordo su Tiefenbrunner (80 io e 79 la giuria) ma totale discordanza su Kossler, pure secondo a 80 punti ma cui avevo dato addirittura 69! Su Stachlburg io ero su 90 (e vincitore, IMHO) mentre complessivamente ha ottenuto “solo” 76 punti.

1.      Muri-Gries Klosterkellerei – Südt. Blauburgunder Riserva “Abtei Muri” 2005      82
1.     Franz Haas – Südt. Blauburgunder 2005     82
2.     Kellerei Kössler – Südt. Blauburgunder “Herr von Zobel” 2005     80
2.     Kellerei Nals Margreid – Südt. Blauburgunder “Mazzon” 2005     80
2.     Podere Fortuna – IGT Toscana Fortuni 2005     80
2.     Kellerei St. Pauls – Südt. Blauburgunder “Luziafeld” 2005     80
3.     Kellerei Bozen – Südt. Blauburgunder Riserva 2005     79
3.     Tiefenbrunner Schlosskellerei Turmhof – Südt. Blauburgunder Riserva “Linticlarus” 2005     79
3.     Maso Poli – Trentino Sup. Pinot Nero 2005     79
3.     Tenuta Mazzolino – O.P. Pinot Nero “Noir” 2005     79

Le differenze sono in parte imputabili all’ordine di presentazione dei vini, per esempio Kossler mi è arrivato praticamente come ultimo vino prima della (mia) pausa a metà pomeriggio e quindi ero piuttosto stanco mentre Muri Gries è stato uno dei primi vini dopo la pausa pranzo ed ero sicuramente più fresco e ben disposto verso il vino. Questo dimostra e sottolinea la grande importanza dell’ordine di presentazione dei vini in un concorso e il fatto che è sempre molto difficile per un singolo degustatore parlare di qualità “oggettiva” di un vino e che il panel, specie se ben strutturato e pensato permette di avere una certa maggior qualità di valutazione. Il più grande svantaggio di questa tecnica è che se non si selezionano bene i componenti del panel si hanno punteggi troppo vicini e diventa difficile discriminare molto tra i vini. E in effetti tra il vino numero 1 e il numero 50 in classifica ci sono appena 10 punti di valutazione di scarto con moltissimi ex aequo.
Ciò non toglie però che la classifica non sia valida e che non rispecchi l’oggettiva qualità dei vini che in effetti, e penso possano confermarlo anche gli altri componenti della giuria, erano spesso molto vicini come valutazione pur evidenziando alcune caratteristiche regionali ben identificabili.
L’annata 2005 non è stata una grandissima annata in Alto Adige e questo ha permesso alla Toscana di affacciarsi un pò in alto e anche all’Oltrepò Pavese di cominciare a farsi sentire a questi livelli.
L’impressione che ebbi uscendo da Laimburg è che i Pinot Neri altoatesini 2005 hanno tutti una forte componente di frutto scuro “freddo” e di minerale terragno che li marca a fondo, solo raramente il floreale e qualche nota più fresca fa capolino dai bicchieri. Lo stesso Fortuni per me a Laimburg era un AA “di sicuro”, così scrivevo in nota sul foglio degli appunti…
I Pinot Neri dell’oltrepò invece hanno un carattere molto più rotondo e molto più dipendente dal legno, con note più calde e un pò più piacione, che però non ho disprezzato affatto, anzi! Molto più piacevoli, leggeri e delicati ho trovato i Pinot Nero della Val D’Aosta, nettamente in crescita rispetto ad altri anni.
La classifica complessiva secondo me è molto figlia della particolare annata 2005 con un’estate calda solo a tratti e un settembre ottobre molto fresco che ha fatto faticare non poco i produttori per ottenere tannini maturi e uva dalla giusta acidità. Stiamo entrando in una fase molto interessante per il Pinot Nero in Italia e almeno in Alto Adige si va definendo uno stile ben preciso che saprà sicuramente ritagliarsi una nicchia sempre più ampia tra gli appassionati di vino. Nel resto d’Italia sono un pò scettico per i Pinot Neri dell’Oltrepò e Piemontesi mentre seguirò con interesse i progressi in Val D’Aosta. Sul resto d’Italia credo si possa parlare di casi isolati e che per ora fanno un pò storia a sè, Toscana compresa. Il tutto come sempre quando si parla di questo vitigno, sempre sottoposto alla grande variabilità del clima e delle precipitazioni che da sempre rendono il Pinot Nero affascinante e maledetto.
Non è un caso se Armin Kobler, forse uno dei maggiori conoscitori italiani del vitigno, con la sua azienda non produce Pinot Nero, no? 😉

Una degustazione “geniale” per il Genio Fiorentino a Palazzo Medici Riccardi

Questo pomeriggio bellissimo momento per il vino toscano (alcune foto qui su Flickr) con una delle degustazioni più particolari cui abbia mai partecipato. Grazie a Leonardo Romanelli (che mi ha pure dato inconscientemente la parola) ci siamo ritrovati in circa 80 persone nel bellissimo cortile del Palazzo Medici Riccardi (sede della Provincia di Firenze, e difatti l’ex scout Matteo Renzi è venuto a salutarci) per degustare alcuni dei vini fiorentini e toscani più classici e importanti del nostro terroir e soprattutto ascoltare dai produttori (presenti di persona a presentare i propri vini) il perchè di una etichetta e l’idea presente nel vino.

Geni DiVini” è stata una degustazione particolare non solo per l’altissimo livello dei vini proposti ma anche per il fatto che non è stata data la solita e forse scontata enfasi su profumi, riconoscimenti, acidità e tannini (anche perchè i vini presenti erano tutti già molto noti ai frequenatatori del settore) ma sull’anima e sull’idea dietro il vino. E così è stato veramente piacevole e coinvolgente assaporare il Tignanello 2005 con Renzo Cotarella che ne ripercorre le origini, Manuela Stucchi Prinetti che ci svela i segreti del nome del Sangioveto 2004 (una delle migliori versioni di sempre!), Giovanni Manetti che ci racconta il concetto di agricoltura da cui nasce il Flaccianello 2004 (un tripudio concentratissimo di note speziate sontuose), Marco Pallanti che ci parla di terroir del Chianti Classico Castello di Ama 2004, John Matta che ci spiega come mai il suo Merlot in purezza FSM 2004 è così caro e prezioso, Francesco Ricasoli come mai nel sui Casalferro 2004 Gaiole vince sulle uve internazionali, Biffi che ci racconta del perchè Lapo Mazzei ha così insistito nel creare il Castello di Fonterutoli 2004, e Lamberto Frescobaldi che ci presenta il suo monumentale Chianti Rufina Riserva Montesodi 2005 (insieme al Sangioveto secondo me il miglior vino di oggi per struttura e prontezza). Nessuno ci ha parlato di enologia, di barrique, di fermentazioni e di profumi di frutta rossa ma ci siamo alzati dal tavolo tutti con un’idea dietro ogni bicchiere, il che a volte è veramente molto più importante dell’esegesi che in genere si fa del vino. Al termine della degustazione siamo stati invitati ad alzarsi dal tavolo con il vino che volevamo accompagnare all’aperitivo con salumi del Falorni , Mortadella del Pasquini (portata da Alessandro di ‘Ino) e un notevolissimo Reggiano 36 mesi. Molto istruttivo osservare con quale vino si sono alzati la maggior parte degli ospiti, che ovviamente non vi dirò nemmeno sotto tortura!

Qua sotto vi riporto il saluto di Leonardo Romanelli che ringrazio ancora dell’ospitalità e cui faccio i complimenti per l’idea e la capacità organizzativa come al solito notevole.

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Saluto Romanelli Genio Fiorentino
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Amsterdam per lavoro…5 mosche, nuove frontiere, trappiste olandesi, locali 2.0 e Schiopetto!

Ogni volta che vengo quassu’ mi tocca sempre giustificarmi su come passo il tempo e per dimostrare il fatto che non sono stato ad oziare (o peggio) ho messo su flickr una Foto gallery delle mie peripezie di questi giorni.

Ricapitolo solo che sono andato (finalmente) nell;autoproclamatosi tempio della New Dutch Cuisine ovvero le D’ Vijnf Fliegen (ovvero le 5 Mosche) che invece di essere un sequel di Dario Argento e’ un ristorante un po’ pretenzioso come proposta ma incantevole come atmosfera….e’ infatti dislocato su 5 case del 1600 con incisioni di Rembrandt (vere!) alle pareti e un sacco di dettagli d’atmosfera come le armature e le armi dell’epoca. Servizio molto cordiale, da ricordare una mousse di trota e scalogno e una quaglia con salsa mostardata notevole. Torno in albergo e cerco di imbucarmi nella festa piu’ cool di Olanda degli ultimi mesi con una stella della TV che occupa tutte le sale dell’Hilton con musica a palla e gran fiorire di veline, vallette (qualcuna “carina”) e tipi quantomeno originali. Non conosco pero’ nessuno e neanche loro conoscono me (:-) e quindi evito tentativi di imbucarmi e vado a nanna “presto”.

Nottata di riposo e lunedi’ impegnativo: riepilogo in aula con l’uso delle schede AIS di degustazione e l’uso della scheda a punti e un oretta e mezzo su Val D’Aosta e Piemonte (appena abbozzato…). Nel pomeriggio pausa pranzo THAI (a pranzo mi dice Barbara di Mammamsterdam si trova poco di meglio a giro) dal famoso (c’e’ sempre la coda fuori!) “Bird” in pieno quartiere a luci rosse. Guardate che spettacolo questa pasta, riso, gamberi e manzo: cottura al volo nel wok, cuochi e camerieri che ti sbucciano la verdura nel tavolo accanto, niente alcolici permessi ma un ottimo the’ oolong da abbinamento di territorio. Ottimo e abbondante direi.

Van Gogh lo rimando alla prossima volta e decido di farmi portare da Barbara nella nuova frontiera di Amsterdam ovvero le nuove terre piu’ o meno isole che gli olandesi continuano a strappare al mare. Passando per l’impressionante cantiere intorno alla Stazione, ammiro il Nemo di Renzo Piano e un sacco di costruzioni che mi lasciano quasi basito. Questi uffici ad esempio sfiorano il mio posto di lavoro ideale, ovvero una specie di testa di robot umanoide uscito da Robotech tutto vetri e alluminio:

Ma e’ ovunque un susseguirsi di soluzioni architettoniche e urbanistiche poco concepibili da noi mediterranei ma che mi ricordano molto la Germania del Nord e Amburgo, e ogni tanto spuntano delle case a dir poco geniali. Cosa ne dite di questa specie di loft su due piani in pieno nulla (pare quasi il parco cileno del Torres del Paine) ma a 10 minuti di tram dalla stazione di Amsterdam?

Torno un po’ stralunato dal tour della new ‘Dam e faccio appena in tempo ad andare a vedere un nuovo concept di Wine Bar basato sui vini italiani.

Si chiama VinoMio sta proprio di fronte alla Banca d’Olanda e si presenta con sedili a forma di Vespa Piaggio, vini doc da tutta italia e etichette curiose con latitudine e longitudine di ogni vigneto che ha prodotto quel vino. Ai tempi dell’inaugurazione cercavano un sommelier che avesse esperienza informatica (ma io dov’ero???) perche’ avevano idea di aprire un canale YouTube. Cosa che hanno fatto, con almeno un video geniale postato (How to sit on a vespa…). Peccato che da Ottobre 2007 di video ne abbiano messi su solo due…Sito molto interessante e completo, ma parecchio parecchio poco 2.0 nonostante le apparenze, peccato perche’ le premesse per far bene ci sono tutte. Si possono anche comprare i vini onlineDentro si mangia e si beve ma secondo me la ricchezza delle nostre DOC e del nostro territorio e’ un po’ sacrificata dietro questi vini “Rosso Regolare“, e “Bianco Premio” secondo me non suonano come “Sangiovese di Romagna” e “Ribolla Gialla Collio”… Ma e’ il mercato, baby e ha le sue regole!

La sera torno sfinito in albergo ma ho tempo per passare da Antonino, grande maitre del Roberto (il ristorante italiano all’interno dell’Hilton Amsterdam di Apolloaan che mi ospita molto comodamente) e gustarmi un Risotto Capesante Cozze e Gamberi con abbinamento triplice da Chardonnay…Tra Donnafugata Contessa Entellina DOC, il Blanc de Rosis di Schiopetto (anche con Tocai ovvio) e il (appena passabile) Sierra Foothills California di casa Hilton la cena passa veloce.

Uscita serale con Barbara e Marina Vizzinisi, ex direttrice de La Cucina Italiana edizione olandese, in una mitica birreria con una impressionante catalogo di trappiste e birre olandesi in genere. Vado su una incredibile Tripel e chiudo con un Genever invecchiato 18 mai provato prima e che non era proprio niente male.

Ma vi lascio il piacere di sfogliare il menu delle birre alla spina disponibili.

Si e’ fatto tardi e mi rimangono giusto 7 ore di sonno prima di stamani con le ultime SEI ore di corso tra Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli e relativi vini. Classe commoventemente attentissima e vini di buon livello. Piacevolissima visita a meta’ mattinata di Schiopetto qui all’Hilton con un po’ di stampa wine e food che si lamenta (grande!) del fatto che i sommelier siano in Italia dannatamente sottovalutati come leva di acquisto e pochissimo renumerati per il grande servizio che rendono al vino in genere. E auspica che in futuro le cose possano cambiare aggiungendo che da produttore in noi sommelier crede molto e si aspetta che la considerazione circa l’utilita’ del nostro lavoro aumenti e metta l’Italia alla pari di altri paesi dove l’importanza del sommelier in sala e’ unanimante riconosciuta come fondamentale per il business della ristorazione.

Fine mattinata con un Pinot Grigio Isonzo DOC e un Teroldego Rotaliano prima di salutare tutti e inchiodarmi qui al PC aspettando lo shuttle per Schiphol…quasi quasi torno su in camera a godermi il panorama…

Miglior Sommelier del Mondo: Andrea Gori in diretta web per voi a Roma

Già è partito il tam tam mediatico attorno all’evento che non mi perderei per niente al mondo! Da sommelier informatico cercherò di portarmi dietro tutta l’apparecchiatura necessaria per farvi vivere il più in diretta possibile ogni fase dell’evento che porterà alla proclamazione del Miglior Sommelier al Mondo a Roma, al prestigioso Cavalieri Hilton. Per l’Italia avremo sicuramente il miglior candidato possibile ovvero Luca Gardini, sommelier nel Ristorante Cracco a Milano, dove ha avuto modo di sperimentare abbinamenti innovativi e che rappresentano il futuro della professione di sommelier. Avrà di fronte Roger Viusà, campione Europeo in carica, che sarà sicuramente un osso duro ma anche Aldo Shom (USA) pare essere in gran forma. Ma vi assicuro, anche se non li conosco tutti di persona, che il livello di preparazioni di tutti è davvero notevole (e difatti NON mi dispiace poi così tanto non essere lì in mezzo…chissà che figura barbina ci avrei rimediato!). Ecco l’elenco completo dei nomi dei partecipanti: Andrew Connor (New Zealand), Manuel Moreira (Portogallo), Yuniko Ushio (Giappone), Luca Gardini (Italia), Leandro Emanuel Orona (Argentina), Roger Viusà (Spagna), Milan Krejci (Rep. Ceca), Gabriele Rappo (Inghilterra), Byung-Kyun Yoo (Korea), Isabelle Le Balpe (Francia), Aldo Shom (U.S.A.), Gerardo Tèllez Zamorano (Messico) e Romano Thierry (Andorra).

Per chi sarà a Roma sabato 24 maggio consiglio sicuramente di passare, non fosse altro per i vini che avremo in degustazione…programma completo e dettagli sul sito World Wide Sommelier Association e AIS. Aspettatatevi una notevole copertura TV, Radio e stampa, mentre per il web, beh, vi tocca seguire il mio blog (cosa non si fa per cenare da Beck…).

Champions!!! Abbiamo vinto a Torino, evvai di Barolo allora!

Scendo dalla scaletta dell’areo a Schiphol e mi arriva un sms da Caterina e Simone della Tana degli Orsi inequivocabile “Si gode come delle bestie!“. Siccome non penso si siano fatti fuori la privatissima scorta di Case Basse, ne deduco che siamo finalmente al posto che ci spetta di diritto!

E cosi’ dopo 3 faticose conquiste e altrettante tremende ingiustizie, eccoci in Champions: grazie ragazzi di tutto, siete stati a tratti commoventi per l’impegno profuso (non comune nei calciatori…) e soprattutto il mister Prandelli e’ stato un grandissimo uomo nell’anno piu’ difficile della sua vita in campo e fuori. Certe cose Firenze non le dimentica.

GRAZIE A TUTTI!

(va da se’ che Osvaldo da oggi avra’ sempre la sua bistecca pronta da Burde quanto vuole…e vorrei ricordargli che l’ultimo giocatore viola a venire da me a pranzo e’ stato Batistuta, quindi chi ha orecchie per intendere…)

In diretta dalle Corti…e poi via ad Amsterdam!

Massimo ultimamente si è concesso troppa libertà dalla SC (la Stanzetta Cablata del Gambero Rosso) quindi per seguire il grande evento vinicolo di Alla Corte del Vino mi ha chiesto di supportarlo dal campo. Trovate qui il liveblogging dell’evento curato dal sottoscritto…

(già abbiamo una intervista esclusiva con Leonardo Raspini di Ornellaia…)

Buona visione e state buoni se potete fino a mercoledì che volo un paio di giorni ad Amsterdam per LAVORO a portare un pò di vino italiano nel mondo, che ce ‘è proprio bisogno!

Sommelier Informatico: ecco il logo, e non fate la faccia di Christian Bale

Da bravo esibizionista, non potevo resistere alla tentazione di “regalarmi” un logo che sottolineasse la caratteristica del mio blog e del mio comunicare il vino, ovvero il legame a doppio filo con internet e l’informatica. Eppoi mica solo Aristide può rifarsi il look, no?

Tra i miei ex compagni di scuola sono andato a ripescare il grande Francesco Stralanchi, fondatore della Stralanchi Design e ideatore della grafica di Taste e altre manifestazioni di Pitti Immagine a Firenze e gli ho affidato il gravoso compito.

Ecco qua cosa ne è venuto fuori:

In questi giorni di beta testing mi hanno detto un pò di tutto ovvero che sembra un candeliere, che il tastevin sembra un posacenere e che non si capisce come mai l vino rosso nel bicchiere se ne sta verticale. Insomma il logo è piaciuto quindi per ora lo tengo…

Se volete sapere cosa gli ho chiesto di fare, sappiate che gli ho dato campo libero aggiungendo solo che doveva fare l’effetto che fa su Christian Bale nel cult movie American Psycho…(vedi filmato)

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American Psycho Biglietto da visita
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(e si capisce come mai non si è ancora fatto pagare…)

Brunellopoli: contro i blocchi alle frontiere ecco i blocchi alle cisterne…lettera al Sindaco di Montalcino

Dato che ormai non so più tenere una penna in mano e la mia calligrafia ormai è al tardo sumero come chiarezza, uso il blog per indirizzare al Sindaco di Montalcino una lettera petizione lanciata da Daniele Cernilli, direttore Guida dei Vini del Gambero Rosso, che mira a far fare un atto di trasparenza e rilancio dell’immagine di correttezza e pulizia del Brunello di fronte alle ultime preoccupanti notizie internazionali (vedi KelaBlu, WineNews , Vino al VinoVinoWire).

Signor Sindaco,

mi permetto di scriverLe questa lettera per provare a dare un contributo, attraverso una proposta, per affrontare in modo positivo alcuni dei problemi che hanno colpito e stanno colpendo l’immagine di Montalcino e dei suoi vini.
Le indagini in corso, doverose e nel merito delle quali non intendo assolutamente entrare, hanno in una certa misura appannato il prestigio nazionale ed internazionale del Brunello di Montalcino, e la situazione potrebbe rivelarsi preoccupante non solo per gli evidenti danni commerciali che le aziende, coinvolte o meno, stanno ricevendo, ma anche, e di conseguenza, per i livelli occupazionali della zona e per l’economia generale del Comune, ed è per questi ultimi motivi che mi permetto di rivolgermi a Lei.
Ci sono stati dei controlli sulla veridicità dell’Albo dei Vigneti, e, come Lei sa bene, solo una minima parte non è risultata in regola. Gli eventuali problemi legati all’uso illegale di vitigni diversi dal Sangiovese per la produzione del Brunello, a mio sommesso parere, potrebbero essere dovuti ad altre ragioni.
Se fossero ad esempio dovuti ad un’ illegale aggiunta di vini trasportati a Montalcino da altre zone, magari nottetempo e con automezzi privi di documentazioni ufficiali, come viene adombrato da qualcuno, al fine di fugare eventuali dubbi e di impedire il traffico illecito, qualora avvenisse, la questione potrebbe essere affrontata nel modo con il quale è stato fatto in alcune regioni vitivinicole della Francia.
Sarebbe sufficiente vietare in tutto il territorio comunale il trasporto di vini sfusi provenienti da fuori, in contenitori superiori ai 5 litri, con deroga, a chi ne facesse espressa richiesta. E che dovrebbe comunicare preventivamente i dati del vettore utilizzato, almeno due o tre giorni prima del trasporto, al Comando dei Vigili Urbani di Montalcino. Targa del mezzo, nome del conducente, motivo del trasporto ed, ovviamente, il percorso da effettuarsi all’interno del comune con destinazione finale.
Il sistema potrebbe essere completato con una sorta di ZTL, con previsti precisi varchi per gli automezzi superiori ad un certo peso, ai quali possa essere fotografata la targa, in modo da avere un ulteriore controllo attraverso il confronto fra quelle dichiarate nella richiesta d’ingresso in territorio comunale, e quelle effettivamente transitate sotto i varchi stessi.
Le segnalo che un sistema del genere, oltretutto allargato a tutti gli autoveicoli, è in funzione da diversi anni nel centro storico di Bologna, e che potrebbe chiedere informazioni ulteriori ai responsabili della viabilità e del traffico di quel Comune.
A coloro che fossero trovati sprovvisti di documentazione o che non avessero fatto richiesta nei termini stabiliti dall’Autorità Comunale,, verrebbero comminate gravi sanzioni amministrative, da stabilire in modo da rendere del tutto non conveniente correre dei rischi. Considerando che quasi tutti i trasporti di questo genere vengono eseguiti da mezzi di proprietà dei conducenti, il sequestro dell’autobotte e del carico potrebbe rappresentare un vero spauracchio in questo senso.
Concludo dicendoLe che sono convinto che la messa in atto di misure di questo genere non sarebbe solo un modo per evitare qualunque chiacchiericcio e qualunque dubbio sull’onestà dei produttori e sull’autenticità del Brunello di Montalcino, ma avrebbe anche un’evidente valenza promozionale nei confronti del pubblico dei consumatori, che si sentirebbe più puntualmente e più autorevolmente tutelato, in Italia e soprattutto nei Paesi esteri.

Scusandomi di averLa importunata con queste mie proposte, dovute solo alla considerazione che nutro per il Brunello e per i suoi artefici, cordialmente La saluto.

Andrea Gori
www.sommelierinformatico.it

(nonchè acquirente di decine di casse all’anno di Brunello per la Trattoria da Burde a Firenze)

Eric Asimov scrive la “fondazione” del godere nel bere vino, e ci spiega perchè Parker è così importante per gli Americani

“Sometimes a great Beaujolais is a better choice than La Tâche” dice Nathan Vandergrift, ricercatore di statistica all’ University of California. E nel bellissimo post sul NewYork Times, Eric Asimov , curatore del blog di culto The Pour nonchè nipote del GRANDE Isaac Asimov, pone una questione fondamentale ovvero che la componente meno studiata e più sottovalutata nella valutazine di un vino sia proprio la nostra testa e in genere tutto ciò che non il vino in sè, quindi ambiente, compagnia, luci, suoni, rumori, musica, stato psicofisico, umore. Tutti elementi che magari siamo abituati a pensare come abbinamenti al vino e non a fattori che ne cambiano radicalmente la percezione. L’esempio che Eric riporta del vino incantevole bevuto in Toscana tra le colline che non ha lo stesso sapore a casa propria (negli USA) credo chiarisca tutto. E altrettanto interessante è la descrizione che fa dei Winephobic ovvero di quanti sono terrorizzati al momento dello scegliere un vino sul fatto di “sbagliare” e fare così una brutta impressione sul capo o, peggio credo, sulla LEI/LUI della situazione. E quindi ecco che i punteggi di Parker e simili vengono in soccorso cercando di soppiantare ogni elemento soggettivo e ambientale nel processo di fruizione del vino.

L’argomento merita attenzione e discussione secondo me e in teoria taglia pure la testa al toro di tante discussioni sui punteggi delle guide…o meglio ci fa capire che godere e apprezzare il vino, come tantissime altre faccende (si, sesso compreso) è una questione di TESTA più che di altro. Altra riprova che la testa non serve solo a dividere le orecchie e tenere appeso il tastevin.

Direi anche appunto che porta pure acqua al mulino di noi sommelier, che dobbiamo cercare non solo di presentare belle etichette, ma far vivere un pò di emozioni, che è quello che il cliente ci chiede poi in fondo se decide di spendere per del vino.

E allora diciamo, meglio un Beajoulais presentatovi da un grande sommelier che un La Tache versato da una persona qualunque…

Via DrVino e Mondosapore

Marcello Lippi e Oliviero Toscani protagonisti al Premio Versilia con i sommelier

Marcello Lippi è stato insignito del titolo di Sommelier Onorario e ci ha spiegato qualche retroscena dei festeggiamenti mondiali (ovvero che hanno festeggiato con bollicine Ferrari) e ci fa conoscere i suoi vini preferiti, Sassicaia e Brunello di Montalcino in testa, ma il Carmignano???

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Marcello Lippi e il Sassicaia
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Oliviero Toscani molto gioviale e simpatico ci racconta invece del suo vino prossimo venturo dalla Maremma e come mai lo chiamerà Quadrato Rosso…(nella foto il quadro astratto di Kasimir Malevic da cui il vino prenderà il nome)

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Vino Toscani: come mai quadrato rosso?
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