Cibodiario

Recensioni ristoranti e piatti vari

Tartufo, Alsazia e Mosella, variazioni di terroir con Marcel Deiss e Heymann-Lowënstein

Quando si parla di terroir in tempi di biodinamica e ritorno alla natura lo si deve fare per tutti gli element che compongono le nostre serate anche le più estreme. Ecco che su un piatto d’argento (anzi d’oro bianco visto l’abbacinante allestimento) arrivano i bianchi tartufi di San Miniato, i vini alsaziani dell’eretico Marcel Deiss (che antepone da sempre i vigneti ai vitigni) e il paradigma moselliano della mineralità vinosa attraverso il Riesling: una successione di profumi stordente e ammaliante ma ribadisce ad ogni morso e sorso lo stesso concetto. (altro…)

Villa Armena, incanto Piemontese e seduzione Toscana tra Tartufo e grande Brunello di Montalcino

Nel bel mezzo delle crete senesi magari ti aspetteresti di trovare posti belli e spettacolari su colline a perdifiato e bellissime ville sulla cima dei poggi ma in realtà è talmente raro riuscire ad entrarci che è sempre un desiderio mai appagato. Poi arrivano dei piemontesi di rientro da Londra ed ecco che uno di queste grandi ville (questa addirittura costruita su progetto del Peruzzi) torna a risplendere e per di più dalla cucina escono profumi di terre lontane. (altro…)

Zur Rose, una tappa d’obbligo in Alto Adige

Herbert Hintner è lo chef del Zur Rose, che gestice con appassionato entusiasmo insieme alla moglie Margot Rabensteiner (che ha ereditato dalla famiglia il ristorante di San Michele Appiano), donna di grande eleganza ed energia che segue con occhio attento la sala e la cantina, e con l’aiuto dei figli. Una storia tutta radicata tra le vette del Sud Tirolo, a a partire dall’Alta Badia, il luogo dove ha imparato tutto della tradizione culinaria altoatesina, frutto di contaminazioni nordiche e influenze di paesi mediterranei senza tralasciare le grandi basi francesi.  (altro…)

Se il profumo è arte, la cucina allora? Prove tecniche di avvicinamento di due mondi con la Scent Dinner

Secondo Chandler Burr, il maggior critico al mondo nel campo dei profumi nonchè creatore del Museum of Olfactory Art a New York, il profumo (inteso come insieme di essenze e aromi) è arte perchè l’arte è per definizione è artificio per manipolare le persone e farci sentire come vogliono loro, innamorati, allegri, rilassati.Per dimostrare il potere del profumo su di noi e sui nostri sensi ci ha guidato in una cena dove il pubblico era chiamato a riconoscere alcuni aromi (naturali o artificiali) serviti prima di un piatto che li riassumeva in una versione commestibile, subito prima però veniva fatto annusare anche una fragranza commerciale che aveva tra gli ingredienti gli stessi aromi del piatto in un cortocircuito emotivo sensoriale davvero niente male. Dapprima tre essenze in teoria semplici come arancio, naturale da Sicilia, limone  calabrese e  lime dal Messico che commercialmente si trovano abbinati insieme ad altri elementi per dare  Eau d’orange vert  di Hermes. Il suo equivalente gastronomico si è rivelato un paitto di Cappesante con arancio caramellata, limone, e polvere di lime davvero ben calibrato tra dolcezze e spigoli e seducente.

Poi spazio a ginepro , ingrediente importante nei profumi per la sua persistenza e capacità di spandersi , poi pepe nero poi peperone rosa dal Perù e cardamomo, tutti insieme in Terre d’Hermes e nel piatto assemblati come Ravioli integrali con guance di vitello con riduzione di pepe, pepe rosa e cardamomo.

Si passa ai secondi con vaniglia naturale, molto più animalesca e grassa e affascinante della vaniglia artificiale che è più semplice ma anche più intenso. Poi chiodo di garofano, classico anestetico, che deve il suo profumo all’eugenolo, poi vetiver che ricorda il suolo umidità e marciume, humus , in genere da Haiti. Il vetiver scopriamo che spesso viene usato per dare profumo a qualcosa che si mangia ma che non ha profumo ovvero sale, nota rocciosa: tutti combinati insieme danno Eau de Marveille profumo marino molto famoso di Hermes e in cucina Michele Griglio lo traduce in Petto d’anatra con scalogno al sale, chiodo di garofano e vaniglia.

Si cambia di posto per condividere con altri clienti e si annusano Ifa2butirrato (usato per dare l’idea di mela verde) poi la mela gialla (acetate c6), una nota particolare di pera metallica che sembra anche banana verde o erba tagliata (exil c 3 acetato) che troviamo in En Jardin Sur le toie opera di impressionismo aromatico quasi astratto e nel piatto come Sella di maialino mela verde, gialla e pera.

Poi i dolci, per i quali annusiamo la fava di tonca, usato sempre nel marzapane insieme alla mandorla, poi fico o meglio foglia di fico, uva passa , delicato molto bello fine e delicato e un altro artificiale ovvero il cocco ottolattone gamma componenti del favoloso En Jardin Mediterranee che viene riassunto nella Torta Frangipane con fichi mandorle e sorbetto al cocco.
L’ultimo assemblaggio vede come prima essenza la pesca (undecalactone gamma), della stessa famiglia del cocco  come molecola in cui cambia solo un atomo, carota , naturale stavolta, poi qualcosa tra bosso, geranio, sauvignon che si rivela l’aroma del mango molto maturo che si trovano combinati nel Jardin Sur Nile e nel piatto come Bavarese alla pesca, camilline di carota e mousse al mango.

L’abbinamento cucina e profumi e modalità di costruzione dei piatti fanno riflettere e fanno amare ancora di più entrambe le discipline, ragalando a tutti qualche argomento in più di discussione su cosa sia l’arte.

La disfida della polpetta, piaciuta la “bistecca e acciugata” di Paolo Gori ma vince Luciano Zazzeri

Alla fine non ce l’abbiamo fatta ma ci siamo dovuti inchinare davanti al grandissimo Luciano Zazzeri  che ha vinto la prima Disfida della Polpetta, idea di Luigi Cremona per riscoprire un piatto nato povero e riciclo ma che in realtà nasconde potenzialità gourmet notevoli. Un’idea che ha affascinato la giuria  colpita al cuore (come noi del resto!)  dalla Polpetta al Cacciucco Leggero  e da quella di crudo di mare, due prelibatezze che racchiudevano in pochi cm cubi tutto il sapore del mare. (altro…)

Miglior Chef Emergente Lazio: vince Daniele del Duca

Grande sfida appassionante e tirata all’Expo Rurale 2012 tra Davide del Duca di Osteria Fernanda a Roma, Marco Furlano sous chef al Giuda Ballerino e Domenico Iavarone del ristorante Oliver Glowig. Due sous chef e uno chef ai suoi esordi ognuno con motivazioni scelte e realizzazioni molto diverse in cui non si sono certo risparmiati dimostrando coraggio, spesso incoscienza e soprattutto tanta passione. Alla fine l’ha spuntata di pochissimo Daniele del Duca. (altro…)

La magia di una Fattoria e del fresco fiesolano per una serata di Gusto God Save The Wine

Ambientazione bucolica e panorama mozzafiato tra le colline fiesolane con il guardo rapito da Firenze in quasi lontananza e soprattutto lontano è stato il caldo. Per lo spazio di qualche ora, relax e tranquillità per dedicarsi al gusto del vino, al cercare di capire cosa ci fa amare un bicchiere e voler riempirlo subito dopo. (altro…)

Un cortador al Fuor d’Acqua, prosciutto spagnolo e pesce di Viareggio

Se a qualcuno non piace il pesce fino ad ora il Fuor d’Acqua, meta fissa per gli appassionati di pesce fresco a Firenze e pochi problemi di portafoglio, era un posto quasi off limits. Da giugno invece fanno i loro trionfale ingresso in sala i salumi di Joselito così come è accaduto in una partecipatissima cena anteprima andata in tavola lo scorso lunedì. Accanto al consueto e imponente bando del pescato del locale di San Frediano sono andati in tavola Lombo , Chorizo , Salchichon Iberico de bellota (tutti stagionati 6 mesi) e  soprattutto il Patanegra Gran Reserva (36 mesi), tagliato al volo e in sala dal cortador di casa Joselito. (altro…)

Hard Rock Cafè Firenze , i segreti di cucina tra affumicatura e trentamila spring roll ogni anno

Invito raccolto con curiosità quello di passare all’Hard rock café di Firenze per incontrare Federico Boglietti che più che un cuoco qui è “kitchen magager” ovvero il responsabile di far funzionare una macchina da guerra da 300 coperti al giorno in quasi ogni stagione per una clientela non solo turistica ma fatta anche di tanti fiorentini curiosi ma non solo. Cosa si cucina in un posto dove tutti vanno per provare la cosiddetta cucina americana? (altro…)

La buona stella del Forte è un fiore | La Magnolia dell’Hotel Byron per questo weekend e per l’Estate

Nonostante pioggia e tempo da autunno, non si può rifiutare un invito al Forte durante maggio…specie quando c’è da assaggiare la nuova cucina appena premiata di Andrea Mattei a La Magnolia. Curiosità e soprattutto voglia di testimoniare se davvero gli sforzi di Salvatore Madonna e la loro catena di luoghi speciali Soft Living Places (che racchiude anche l’altra stella a Tirrenia al Green Park Resort e l’Hotel Plaza e de Russie di Viareggio)  stiano dando frutti. (altro…)