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I video girati durante le degustacene e non solo!

Chianti Classico La Selvanella Riserva DOCG 1990

Un’annata storica all’epoca che oggi fa ancora parlare di sè la 1990 e ogni volta che si assaggi si capisce perchè. Questo 1990 de La Selvanella Chianti Classico è succoso e nitido ancora, rimandi di frutta fresca e in confettura tra more di gelso e di rovo, confettura di lamponi e ribes, tabacco, liquirizia, ebanisteria nobile, rhum agricolo e un grandissimo corredo balsamico (timo, mentuccia) ed ematico che scorre sotto insieme ad un’idea di arancia sanguinella. Bocca con tannino ormai rilassato ma capace insieme a salinità e acidità di dare ancora qualche bella scossa.

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Roero Arneis le Madri DOCG 2023 Michele Chiarlo

Alberto, direttore commerciale di Michele Chiarlo, racconta in trattoria la storia e l’impegno dell’azienda Michele Chiarlo per la barbera e per i vitigni e terroir piemontesi. La produzione aziendale comprende infatti anche Barolo , Barbaresco e Moscato oltre il cuore nel Nizza con la Barbera e non poteva non riguardare anche l’Arneis, il bianco di casa che nasce come vino di risulta o di consumo veloce per diventare un riferimento tra i bianchi italiani.

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Nizza LaCourt Michele Chiarlo Riserva 2020

La barbera è vitigno caparbio e rustico ma se trattato in guanti bianchi sviluppa complessità eleganza e ricercatezza come pochi altri vitigni italiani. Durante la serata dedicata a Michele Chiarlo e la cucina piemontese in trattoria abbiamo esplorato le varie sfumature della Barbera nella Nizza DOCG. Dalle versioni incentrate su frutto e freschezza si arriva ad una Riserva come questa dove le componenti immediate e goderecce affiancano una evoluzione e una complessità speziata cangiante e suadente.

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Enio Ottaviani Dado 2018 Romagna Sangiovese

Siamo sempre felici di parlarvi di Dado, il vino di Enio Ottaviani che porta il nome, anzi il soprannominato Dado di Edoardo lorenzi. Il nome Dado evoca inoltre i quattro lati di una faccia di un dado e dai quattro vigneti utilizzati per produrre il vino. I vigneti si trovano a quote diverse, da 60 a 230 metri, e sono influenzati dal vento e da diversi tipi di terreno, tra cui macigno, argilla e calcare. Il vino Dado viene prodotto solo ogni due o tre anni, a causa delle condizioni specifiche necessarie per la sua produzione. Il colore del vino ricorda quello del Sangiovese toscano di altura, con note balsamiche, mentolate e speziate. In bocca, il vino è dolcemente tannico, con note di pepe e mandorla.

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Olianas Rosato Brut Cannonau Metodo Classico 2022

Una bollicina sorprendente dalla Sardegna questa di Olianas a partire da cannonau e vermentino come se fossero pinot nero e chardonnay… L’azzardo però riesce eccome con un vino piccante e sulfureo con tratti intriganti di melograno, ribes rosso, zenzero senape e un floreale tra pesca e rosa canina. Al sorso ha bollicina cremosa e distinta con un finale mai banale.

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Campomaggio Chianti Classico Riserva 2019

L’annata classica 2019 fa nascere un “classico” Gallo nero di impressionante nitore e freschezza. Questa annata di Campomaggio Riserva è molto raddese, amarena, mora di rovo, ribes nero, agrumi rossi, non dolcissimo ma con uno stile dark che convince poi mallo di noce, sandalo, carrube e eucalipto e mentuccia a completare insieme a tabacco toscano.

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Oro Ramandolo Oro di Nemas Ronc dal Gjal passito DOCG 2021

Il verduzzo è una delle pochissime uve bianche a dare astringenza e quasi tannicità ai vini da cui è prodotto e in questo dorato e cangiante Ramandolo di Gori Agricola raggiunge un equilibrio stupendo tra i 100 gr/lt di zucchero residuo e i suoi polifenoli rendendolo quasi secco al palato. Al naso emergono note di cola, caramella d’orzo, albicocca, dattero e mallo di noce e tanta frutta secca quasi come uno Sherry.

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Anfora Malvasco Passito Malvasia e Nasco Igt 2022

Nella collezione di vitigni e vini lavorati in anfora da Elena Casadei la Sardegna è presente con ben due etichette ovvero il fresco e croccante cannonau e questo piccolo gioiello di vino passito che come dice il suo nome, Malvasco, nasce da due malvasia e nasco (autoctono sardo) vinificate in anfora. Questo nettare ambrato è al naso quasi una seadas con il miele allo stato liquido con le sue note originali di miele di Erika, macchia mediterranea, fico maturo, carrube e tantissimo agrumato candito. L’anfora dà respiro e aggiunge materia e umami a uve già di per sé ricche di dettagli e il risultato è un vino dal vibe speciale, festoso ricco e con una riserva di freschezza insospettabile nel finale che non cede mai alla stucchevolezza. Ottimo su dolci sardi come nel nostro caso la Pardula, pasta, ricotta e zafferano.

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