Campidoglio, Sala della Protomoteca, gli osti chiocciolati di tutta Italia riuniti a Roma per ritirare l’ambito riconoscimento. Quest’anno è toccato a Mario rappresentare Burde e …… ha fatto bene ad andare lui!
Marco Bolasco ha introdotto l’incontro e ha presentato gli ospiti seduti al tavolo: Paola Gho ci ha guidato nel percorso evolutivo della guida e della copertina in questi 20 anni, è stata poi la volta di due ristoratori che hanno portato la loro testimonianza circa la tradizione e l’avere l’orto “in casa” e poi Alice Waters , vice presidente di slowfood international che da tempo si sta impegnando nel diffondere, anche attraverso il suo ristorante e la sua collaborazione con le scuole, la filosofia del mangiare cibi sani e genuini e di stagione (una curiosità: è lei che ha suggerito a Michelle Obama l’idea dell’orto alla Casa Bianca, fra l’altro lo aveva già fatto con Hillary Clinton ma senza successo).
Gianni Alemanno ha risposto alla domanda ” Che cosa sta facendo il comune perchè a Roma si possa mangiare sempre meglio a casa e fuori?“, e ha parlato del bando lanciato per sfruttare tutti quegli spazi e quei campi spesso inutilizzati che ci sono intorno alla città; dalle idee di tanti si potrà arrivare a qualcosa di utile per tutti quanti, dalle fattorie didattiche ai farmer market, e fare in modo che siano sempre più i posti dove si possa mangiare bene e sempre meno quelli col conto da 800,00 euro. Carlo Petrini ha ringraziato Alemanno che è stato uno dei padri fondatori di Terra Madre e che ha creduto nel fatto che l’agricoltura mondiale avesse bisogno di ripartire dal basso, dai contadini, dai pescatori, dagli allevatori per arrivare a qualcosa di alto.
Il sottotitolo del libro di Carlin “Terra Madre” è come non farci mangiare dal cibo. Nella gente non c’è più la ricerca del valore di quel che si mangia ma purtroppo solo del prezzo. Ha poi strappato un applauso quando ci ha detto “vi voglio un bene dell’anima, senza la passione non si fa niente, è la passione che muove il mondo e voi ne siete la testimonianza”. Ci sono tre elementi da sottolineare: memoria, territorialità e socialità. Le osterie sono un patrimonio del nostro paese perchè sono la somma di questi tre elementi, tanti piatti della tradizione sono dei monumenti e di questo dobbiamo ringraziare tutte quelle donne che per anni col poco hanno fatto il tanto.
Arriva il momento della consegna dei diplomi alle 221 osterie su 1696 locali segnalati che quest’anno hanno guadagnato la chiocciola, ma prima sono da attribuire il premio Fernet Branca alla Trattoria Classica di Qualità e quello Saint Gobain alle Osterie di Alto Profilo. Si comincia con il Fernet Branca: si avvicinino la trattoria dell’Alba di Vho (Piadena), la trattoria Da Burde di Firenze ……. Ma abbiamo sentito bene?
Sì, siamo proprio noi, di Burde ce n’è uno solo, Mario si alza e commosso, molto commosso, va a ritirare il premio. Che sorpresa! E’ poi la volta delle chiocciole e vengono chiamate le varie regioni in ordine alfabetico, si comincia col Lazio, è probabile che Alemanno non abbia tempo di rimanere fino alla fine e così perlomeno i ristoranti di Roma potranno essere premiati dal loro sindaco. Ma rimane fino all’ultimo e anche noi e anche il Veneto, l’ultima regione a essere chiamata, avremo il piacere di avere una foto insieme a lui.
Poi tutti all’Aranciera di San Sisto, vicino alle Terme di Caracalla, dove alcune delle osterie del Lazio ci aspettavano con i loro piatti della tradizione e il Gruppo Italiano Vini che ci ha portato in giro per l’Italia con i suoi vini serviti dai sommellier dell’Ais.
Tavolo ben assortito il nostro, anche se la Toscana l’ha fatta da padrone con ben due rappresentanti (oltre a noi l’hosteria la Vecchia Rota di Marciano della Chiana con Massimo e Jasmine), per l’Alto Adige c’era l’Ostaria Garsun di San Vigilio di Marebbe, per la Calabria La Tavernetta di Spezzano della Sila e anche un’osteria per il Lazio. Poi un caffè, un bicchierino di Fernet e una passeggiata digestiva dalle terme di Caracalla fino a via dei Cappellari (dove siamo stati ospiti di uno splendido B&B, senza sito web ma chiamate lo 06 68300299) e rientro a Firenze.