La risposta, da libro di testo sommelier, sarebbe ovviamente no…troppa la succulenza della carne perchè la sola componente alcolica (peraltro sempre bassa) dello Champagne possa asciugarla in mancanza di tannino e troppa la differenza di corpo. Però… come spesso accade ci sono diverse considerazioni da fare per esempio il fatto che ci si possa accontentare ed essere felici di un abbinemento in cui la carne abbia il sopravvento e il vino si limiti ad assecondare e accompagnare il boccone senza poter aggiungere molto. Oppure si può considerare il fatto che quanto il boccone di carne comprende una buona percentuale di grasso allora la bollicina e le sensazioni agrumate di alcuni Champagne possano essere esaltate e giungere molto piacevoli. Nel nostro caso, il pubblico si è diviso in maniera quasi omogenea tra la Classe M, etichetta portabandiera dei vigneti di proprietà di Montaudon, e il 2002 deciso forte, di buon corpo e struttura (e anche alcol) che a livello di gusto accompagnava benissimo la carne anche se la sua forte acidità da 2002 risultata in contrasto con note della cottura della carne stessa.
La Classe M invece ha bollicina più lieve e soprattutto più corpo con un’acidità meno marcata e una gamma di sensazioni più morbide.
Buoni anche se molto inferiori, i risultati del Rosè di casa che per un 20% degli avventori era il vero Champagne da Bistecca della situazione… Serata stimolante e piacevole, ovviamente da ripetere finchè non troveremo un abbinamento azzeccato al 100%
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