Questo il verdetto della prova sul campo effettuata all’Osteria del Caffè Italiano complice una bella bistecca cotta a puntino e la presenza di Marco Massarotto e la Via del Sakè a Firenze in versione pre-maratona Deejay Ten (anche se Marco poi la domenica lui farà la Five…). Provate a tavola quindi due tipologie di sakè a due diverse temperature e varie combinazioni. Dopo 1kilo e 200 grammi, fagioli, erbe saltate, patate arrosto , formaggi di Corzano e Paterno e qualche affettato di prova il responso è stato oltremodo positivo. In particolare in assaggio due chicche importate per vie traverse ma che cercheremo di procurarci in pianta stabile. Il primo assaggio è stato un Junmai (la qualità entry level del sakè senza aggiunta di alcol) con riso meno raffinato, con un classico aroma di rosa, acqua piovana, floreale, delicata, ottima su formaggi freschi di pecora e anche su affettati toscani come la finocchiona. Poi lo spettacolare e particolarissimo Summer Snow Kamoizumi Nigori Jingo ( 17% ma servito ghiacciato) che sa di neve e riso, amido e mandorla, anice e fiori bianchi, bocca avvolgente cremosa e intensa, alcol inavvertibile , finale di mimosa e cocco, lunghissimo. Sullo Zaffo di corzano e Paternò a giocare con il pepe e lo zafferano (è una sorta di Piaghentinu di Enna, per chi lo conosce).
Ma davvero la rivelazione l’abbiamo avuta bevendo bicchiere dopo bicchiere il Junmai a temperatura alta (37°) sulla fiorentina, capace con l’alta gradazione di pulire e asciugare il palato dalla succulenza della carne senza aggredire di tannini il palato e risultando alla fine un modo elegante e particolare di esaltare la bontà della carne. E dato che le esperienze belle non solo si devono ripetere ma si devono condividere, stiamo già pensando di provarla in autunno tutti insieme un venerdì da Burde…e chi vorrà essere dei nostri è ben accetto!
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