La lingua italiana è come una pantera che lascia un scia ovunque, i prodromi della lingua comune che ancora non era italiano, diceva Dante. E perchè per il vino dovrebbe essere tanto diverso? Cosa è che lega i grandi
territori e i grandi vitigni del nostro paese? Proviamo a capire se questo filo comune c’è oppure no. Per esempio confrontando vini di potenza e di eleganza, sullo stesso tavolo insieme. Organizza Riccardo Gabriele e ospita Tommasi nella comodissima Villa Quaranta in Valpolicella. Vediamo come è andata.Purtroppo manca Caggiano (Taurasi) per un malore dell’ultimora ma l’insieme è ricco e molto rappresentativo con un outgroup come il Tempranillo di Beconcini a sparigliare un pò.
E dunque via a Eleganza (Fenocchio, Boscarelli Russo) contro Potenza (Beconcini Sagrantino e Amarone). Qui tute le foto della giornata
Beppe Fenocchio Bussia Barolo 28€
2004 radice di liquirizia, rosa passita, china, balsamico e sinuoso, fine ed elegante, cardamomo,bocca
vivacissima e complessa, acidità sferzante, tannino pungente un poco, finale pulitissimo 84
2005 più aspro e scontroso, particolare e contrastato con note dolci e amare, sfaccettato, bocca più morbida del
2004 quasi vinosa, tannino quasi più morbido, bel finale candito 86
2006 intenso e penetrante, dolce amarena, mela candita, floreale cangiante, menta, bocca dinamica, estremamente
piacevole floreale stupendo, bocca soave, grande finale di rosa fiori e accenno di alloro 88
Nocio dei Boscarelli Nobile di Montepulciano 36 euro
2004 coccoloso e docile, gentile e aroma quasi dolce, durone e marmellata di prugne, fragola candita, ebanisteria
lieve, bocca lievissima stupenda in souplesse tannino carezzevole, finale elegante ma non domo, bevibilità
estrema ma pare all’inizio di un percorso terziario da seguire 90
2005 scuro anche nell’aroma, più tostatura e più mora che fragola, leggero alcol che esce dal bicchiere,
caramella al lampone, rosmarino appena accennato, resina, bocca un pò aspra, tannino bello ma poco leggibile,
finale di frutta acidulo, da tavola alla grande 85
2006 naso bellissimo di fragola, lampone e aghi di pino, sottobosco estivo, macchia mediterranea, leggera cipria,
bocca acida bel tannino sferzante nobile, finale di frutta al limone, agrumato sottile, 91
Girolamo Russo Etna Rosso 25 euro
850mt altitudine, il più alto tra i vigneti russo, follature, estrazione gentile, fermentazione e macerazione mai oltre i 10 gg, dopo tira fuori tannini meno lievi
2005 naso leggermente cotto, pare quasi surmaturo, pulito ma terroso, quasi sulfureo, humus, tostatura di caffè, cotognata, miele di castagno, bocca un pò dura, poco dolce ma stimolante e sfumata nel terziario già ben presente, 83
2006 bel naso penetrante di frutta di bosco, mirtillo e ribes, spezia corteccia liquirizia. Bocca carnosa, succosa e dal finale bellissimo, quasi dolce ma mai stucchevole, quasi importante per consistenza ma bevibilissimo, 88
2007 più chiuso del 2006 ma sfaccettato e intenso, frutta di bosco in confettura, leggero animalesco, bocca leggera ed elegante, finale bello di mora e tabacco, leggera tostatura, tannino polposo e di buone prospettive, dà l’impressione di dover sviluppare un notevole potenziale ancora, 86
Sagrantino Montefalco Tabarrini Colle alle Macchie 43 euro
2003 (in commercio da settembre 2009, 6 anni di affinamento, appena uscito!) lieve nota oleosa, oliva, frutti di bosco in gelatina, un pò di smalto e gomma appena accennata, rosa e iris, giaggiolo in fiore, lavanda bocca molto più sagrantinesca, tannino vispissimo non ancora maturo, grande acidità e finale penetrante di bosco sapido. 87
2004 naso bellissimo con fittissima frutta di bosco e amarena sotto spirito però fresco e vivace, bocca decisa e importante, tannino bello fitto e di belle speranze, leggero caramello , finale pieno e deciso, leggera alcolicità, beva in prospettiva niente male, 84
2005 naso austero importante ma elegantissimo con la frutta, le spezie, le tostature e un leggero animalesco a completare, bocca immatura ovviamente ma elegante e ben bilanciata nelle sue componenti, finale di mora e tabacco sontuoso 88
2006 naso in evoluzione con nota gommosa stranissima, frutta fragola e lampone in confettura, china, cardamomo, alloro, spezia, bocca bellissima, tannino da cui ci si lascia massacrare volentieri pensando a che meraviglia sarà nel 2012 quando uscirà sul mercato…uff uff però peccato che oggi sia praticamente imbevibile tanto è duro, il naso è davvero sconvolgente 89 (ma almeno 94 quando uscirà, ci scommetto da ora)
Tommasi Amarone Valpolicella (“base”) 32 euro
2004 naso sontuoso e cangiante, fruttatissimo, gelatina di frutta, camemoro, ribes, cassis, pellame, bocca bilanciatissima, affatto alcolica, potente senza sfondare, tannino lieve ma che sostiene il tutto, alcol un pò nel finale ma tenuto a bada, estratto notevole, bocca superiore all’olfatto di certo 83
2005 balsamico emotivo e penetrante, mentolato e alloro, frutta sotto spirito ciliegia amarena, accenno goudron, bocca fresca piccante, alcol inavvertibile, leggero residuo zucchero, un pò stucchevole ma particolarissimo 85
2006 naso un pò invadente ma ricco, fragola fresca e in confettura, bosco tanto, karkadè, balsamico, pulitissimo bocca straordinaria, bevibilissima con molti particolari delle altre annate ma riprese in chiave molto più pronte e fresche. 89
Vigna alle Nicchie Beconcini Tempranillo
2004 concentrato e potente al naso, note fumèe leggere, leggero marino di “nicchia” caffè, spezia, tostato, frutta appena accennata, bocca non lunghissima, tannino niente male, acidità buona 80
2005 naso compatto di durone e prugna, cuoio e balsamico, mallo di noce e alloro, bella intensità di fruttato, bocca un pò ispida tannino che si avverte, finale asprigno (ma il palato è un pò a pezzi, obbiettivamente!) 82
2006 stranissima nota di caramella di frutta affumicato, degno compromesso tra l’espressività del tempranillo con il suolo toscano, salsedine, tostato secco, bocca piena e acidità importante, corpo notevole, finale di frutta polposo con leggero acidulo, 85
Commenti e interventi:
Daniel Thomases, Veronelli: bella la 2005 in Toscana, troppo bastonata dalla critica all’inizio, quasi meglio della 2004. Bello il vigna alle nicchie con un carattere toscano di durezza e tannino che mostra come in effetti il terroir influenza l’espressione di un vitigno.
Emanuele Civiltà del Bere: Vigna nicchie molto migliorato, qualità elevatissima di tutti, bella tenuta dell’invecchiamento, bella idea l’averla organizzata questa degustazione.
Clementina Palese (uff.stampa Amarone) : bello abbandonarsi ai diversi profumi, che questo sia il futuro del vino italiano
Carlo Macchi, Wine Surf: strano iniziare dal Barolo! in genere eleganza sta in fondo, un tempo acidità staccata del tutto e tannino legno e del vino separati era una caratteristica del vino italiano. Oggi si è molto progrediti in questo e i vini sono mediamente migliori e non ci sono questi tipi di problemi. Lavoro cantina e vigna molto diverso. Grande Tommasi 2006, qualche problema al naso di Russo, forse la cantina e qualche fase di produzione da rivedere, specie il 2007.
Fabio Pracchia, SloWine Toscana (neo acquisto dal Gambero): difficile trovare matrice comune, specie sulle ultime annate, la 2006 sembra promettere molto bene ma due annate molto diverse come il 2005 e il 2004 fanno vedere che sono profonde le differenze tra annate e annate.
Giornalista Coreana: psicologia di questo paese che non ha tradizione nè di consumo nè di produzione di vino. Sono solo 15 anni che si è espansa questa tendenza. Da principio supertuscans dallo stile internazionale poi brunello e montalcino, poi barbaresco e barolo e amarone. L’idea è che siano vini anche adatti al palato dei coreani ma un pò addestrati e non quelli di prima ora. C’è curiosità su terroir e peculiarità varie anche se poi il vino più venduto è Moscato d’Asti…vino è ancora oggetto romantico con molta valenza emotiva, speriamo che riusciamo a progredire nella conoscenza di questo mondo.
Giampaolo Gravina, Espresso: fatica a trovare chiavi di lettura tra tutti. San Lorenzo nel 2007 ha forse qualche problema. Nocio meglio anni 90, sono un pò alcolici ma forse è il tempo. Fenocchio è il vino del cuore, 2004 soprattutto , ancora grandissimo come la prima volta che lo ho assaggiato. Per i vini di potenza mi aspetterei complessità e non solo potenza. 2003 si sente non solo esibizione di maestà ma qualcosa di più sapido e convincente, in una etichetta che in assoluto è difficile da leggere. Amarone Tommasi 2006 al meglio la classicità fatta a togliere più che mettere, meno esuberante del 2004 e 2005 ma proprio qui la sua grandezza. Vigna nicchie 2004 bella la toscanità con il Tempranillo , meno a fuoco il 2006 ma potrebbe essere una fase…
Elisabetta Tosi, Vinopigro: c’è leggerezza e levità, pure nel tempranillo che in genere non è affatto così. Equlibrio sull’alcol, eleganza non per tutti, molti troppo giovani, quello più intrigante è Sagrantino ma non ho ancora capito se continuare a berlo oppure no. Grande rispetto per Fenoglio, da riflettere, da meditare e da aspettare. E da abbinare. Amarone 2004 meglio degli altri, non è seduto ed è maturo e del resto amarone non è per bimbi! A me piace Il Amarone… In direzione della bevibilità bello il rispetto delle tipologie senza stravolgerne le caratteristiche ed è difficile non distinguerle da altri vini.
Come mie considerazioni riporto che assaggiati tutti assieme non si può non pensare ad una matrice comune di questi vini. Al di là di eleganza e potenza che di anno in anno possono variare nei vari terroir, ciò che accomuna molto è sicuramente la matrice polifenolica, il tannino sempre acceso e ben presente in ogni zona d’Italia, che è un pò la nostra croce e delizia quando andiamo a confrontarci con i cugini francesi.
Ma a tutti i vini secondo me sottende (come del resto geologicamente all’Italia) uno spirito vulcanico di passione e mineralità che alla fine li cinge tutti come se davvero il suolo italico parlasse in fondo in fondo, una lingua comune.
da sx Fenocchio, Falsini (Girolamo Russo), Beconcini, Tommasi, Tabarrini, Boscarelli