Faccio mie le mitiche parole del cult blogger Fiorenzo Sartore che già da Dicembre scorso descriveva così su KelaBlu il Vin Santo di Rocca di Montegrossi. Come accade spesso, vedi Ziliani e il suo amore per il Brunello, sono i degustatori di altre zone d’Italia a essere i migliori a descrivere le nostre meraviglie enologiche.
Sabato pomeriggio dopo una tormentata sessione di Vini Rossi Toscani tutti di alto profilo (e di ardua lettura per la commissione, anche per la nostra giuria ombra che aveva me come guida autoctona) ci sono da affrontare cinque vini dolci che a sentirli nominare fanno tremare i polsi ogni amante del Vin Santo Toscano ovvero i due gemelli diversi Avignonesi, il Vin Santo di Carmignano di Capezzana, Isole e Olena e il Rocca di Montegrossi. Con forse la sola esclusione di Cacchiano, probabilmente il meglio del meglio dei vini dolci in Toscana.
E non sono vini semplici da leggere a meno che appunto non si trascenda dal piano meramente degustativo e ci si infili in un piano mentale un pò distaccato per cui il tempo condensato di 8-10-12 anni accumulato nel caratello si sprigiona tutto insieme in un sorso di materia liquida. Ovviamente serviti leggermente freschi, 8-10 gradi e via a salire con le sorsate, ciascuno di questi vini è capace di risolvere una serata da solo…
Ma oggettivamente seppur grandissimi tutti, sabato scorso solo uno, e concordo con Fiorenzo, ci ha dato quel brivido di sottile piacere che può farci pensare ad “una valida alternativa al sesso” inteso come brama di emozioni e soddisfazioni delle medesime, con in più la semplicità della misura e della regola date dall’uso del bicchiere. Ecco, il Rocca di Montegrossi 1999 sabato ti costringeva a chiudere gli occhi e bastava da solo a riempire la scena per lunghi minuti di piacere enoico. Dolce, amaro, cangiante, ambra fusa ma mai troppo compiaciuta di sè, ogni sorso un divenire.
Vi evito ogni riconoscimento, ha davvero poco senso cercare di descriverlo a parole scomponendolo nelle sue sfaccettature perchè questo è un vino che si svela come un tuttuno di rara bellezza da gustare a mente libera da ogni altro pensiero.
Si appunto, come il sesso…