Facciamo pure finta che il panorama non conti, e non è praticamente possibile a tremilametri di quota con delle incredibili vallate bianche a dismisura che si perdono ovunque nel mare del cielo svizzero, e mettiamoci a sedere in questo famosissimo rifugio a pochi km da St Moritz, ovviamente gestito da Italiani. Appena arrivato, il benvenuto è con un “punch” (noi diremmo vin brulèe) della Nestlè che qui però potrebbe essere anche unprodotto slow a km zero, dolcissimo e bollente, fa il suo dovere senza strafare. Capitolo zuppe e qui ce ne è una di zucca dolciastra ovviamente servita con quark, con poco nerbo e con l’unica cosa piacevole i semini di zucca da sbriciolare dentro. Molto ma molto meglio la zuppa al pomodoro saporosa e completa.
Per secondo ottimi i rosti (piatto unico classico svizzero con patate e ingredienti vari) di Vito lo chef, in particolare quello con il filetto di maiale con salsa al pepe verde e verdura gratinata e quello ai frutti di mare con salsa al Pernod. In carta immancabili i pinzocheri e altre specialità valtellinesi che sappiamo ben eseguite ma che non abbiamo assaggiato direttamente.
Non ci siamo buttati sui dolci ma ovviamente ci si può sfondare di cioccolata con pochi sensi di colpa dopo aver messo mezzo piede fuori al gelo dei 3mila metri, stranamente però leggeri sulla nostra pelle.
E con l’aria pura e tranquilla di quassù, anche i vini hanno un gusto diverso, e anche gli scontati Tignanello e Champagne Roederer hanno un gusto nuovo, oppure sarà colpa del Wi-Fi gratuito?