Sarà che “sono giovane e ho bisogno di lavorare”, sarà perchè mi sorridono tutti, sarà perchè ho la scusa per prendermi (ancora?!?) due giorni di ferie, sarà perchè ci sono un sacco di blogger da salutare, sarà perchè (vedrete!) sperimenteremo qualcosa di nuovo con Kela, sarà perchè tanto piove e fuori non si sa dove andare…insomma domattina parto per Verona e non sto nella pelle dalla felicità di sbarcare in fiera. Sarà la prima volta che mi troverò ad andarci per lavorare (degusterò i vini del Consorzio Sagrantino di Montefalco per la stampa italiana venerdì e sabato per gli stranieri) ma sarà anche un’occasione per fornire a tutti voi (incredibilmente sempre più numerosi) lettori una chiave di lettura particolare di questo San Remo del Vino (come dice anche Andrea, visto che “tutti lo schifano tutti a dire che palle e poi di nascosto a guardarlo in cucina e addormentarsi lì”).
Dopo i vari punti di vista, del produttore, dell’enotecario, del blogger (ormai) professionista, della persona comune, del giornalista, del giornalista “bastian contrario” (come lo ha definito Panorama), del cuoco-giornalista e dell’agricoltore, avrete anche (per quello che può servire) quello del Sommelier.
Ovvio che nessuno ne sentiva la mancanza però ecco ci terrei a far sapere che forse di tutte le sopramenzionate categorie i sommelier a Verona (quelli che non ci lavorano) hanno un’occasione unica per assaggiare, discutere e incontrare personaggi di questo mondo che troppo spesso guardano solo dal buco della bottiglia. E invece il Vinitaly, anno dopo anno, sembra sempre più fatto per noi Sommelier e difatti è usato da moltissimi colleghi come irrinunciabile aggiornamento professionale.
Quindi, anche solo per noi, spero che continui ad essere sempre così come è oggi.