Appena arrivato a casa dopo 12 ore tra treno taxi bere taxi treno, cominciamo con tre piccole considerazioni:
- bibenda day è ogni anno identico a se stesso e ogni anno ripropone i suoi stilemi e il suo modo di svolgersi, canzoni musiche e staff compresi. Cambiano i vini e ruotano nel giro di 2 anni i produttori. Forse si potrebbe pensare e osare qualcosa di più per cambiare leggermente la formula ma obiettivamente c’è veramente NULLA da cambiare nell’evento in sè, solo che chi come il sottoscritto ci vA ogni anno non prova la stessa magia della prima volta. Anche tra i relatori sarebbe interessante ascoltare altre voci ma finchè ci saranno relatori incredibili come Castagno e Lauciani e finchè ogni anno ci saranno questi vini in degustazione, non credo che ci saranno problemi di sorta…
- è stato un Bibenda Day speciale perchè l’ho vissuto (potere del secondo posto agli europei…) seduto accanto ai nostri due vicepresidenti Rossella Romani e
AntonellaAntonello Maietta e a Katja Soardi della GEN, persone speciali, raffinate ed esperte con cui discuterei a giorni sui vini sui profumi e sulle emozioni che queste bottiglie riescono a dare - Preoccupante e un pò inspiegabile la mancanza TOTALE e ASSOLUTA di Sangiovese da ogni vino…non dico di riempire la scaletta di brunelli ma siamo sicuri che non ci fosse nemmeno un IGT a disposizione per rappresentare l’Italia insieme al Nebbiolo e al Montepulciano?!?
Franciacorta Cuveè Ca del Bosco Annamaria Clementi 1989
Esordio grandioso e convincente per il bibenda day con una splendida versione di questo grandissimo franciacorta, incantevole per i profumi di pompelmo candito, di agrumi e di lieviti che in bocca è cremoso e polposo di un frutto denso e dotato di una persistenza notevole. Soprattutto a colpire è il perlage, a mio parere il migliore della batteria delle bollicine (93)
Giulio Ferrari Riserva Fondatore 1995
Personalmente non amo i Ferrari e questo è indubbiamente tipico e mineralissimo con poche concessioni al frutto e al floreale con note salmastre, di tartufo, di fungo e di burro che lo pongono anni luce lontano dal precedente lombardo. In bocca è molto piacevole ampio e delicato ma il retrogusto non mi entusiasma del tutto. (85)
Krug 1996
Stile Krug a livelli eccelsi per questo millesimato che in bocca è una specie di roccia salina durissima, sapido come nessuno con un contrasto deciso con il naso che è di un burro e frutta gialla dolci e mielate. Altre note speziate come ginger e gelsomino, mandorla, nocciole e thè completano un quadro notevole ma per i miei gusti un pò troppo boisè. (91)
Jaquesson 1996
Per me il migliore della batteria con uno stile definitissimo fatto di limone e pompelmo, tiglio cedro candito, miele d’acacia, minerale pacato al naso. In bocca è una esplosione (in contrasto con un naso ricco ma non intensissimo) di pienezza di sapori e percezioni con una mirabile fusione di durezza e mineralità e un convincente e succoso frutto giallo. (95)
Bollinger RD 96
Il più intensamente dorato dei 96 ha un naso fatto da humus note caseiche e sottobosco tipiche dei millesimati della maison completato da tiglio, camomilla, fiori di campo e note eteree come lacca e cera. In bocca è armonico e continuo al naso con una sapidità molto interessante. (93)
AA Terlano Sauvignon 97
L’antenato del Quartz e del Winkl ha un olfatto elegantissimo e misurato di sambuco, camomilla, erika, salvia ed erbette aromatiche (dragoncello) con un frutto di pesca impercettibile che sfuma in un canforato e sentori di anice. In bocca ha un “contegno gustativo” impressionante che stupisce per freschezza e bevibilità nonchè per eleganza e struttura ancora integra. (87)
Chardonnay Tasca d’Almerita 1998
Dai vigneti a oltre 500mt pensati per uno spumante ecco un vino doratissimo e carico all’occhio e al naso con note particolarissime di oliva, miele, albicocca in confettura, canditi e miele millefiori con un solo lievissimo sentore di ossidazione. In bocca si sente molto il burro e la frutta mentre l’acidità regge ma veramente di poco. Interessante ma non certamente uno dei migliori della giornata. (82)
Cabreo la Pietra 1984 Folonari
Recentemente da Burde avevamo bevuto il 1987 e aveva davvero impressionato per tenuta. Questo 1984 è perfino migliore con un naso e una prima bocca che ricorderanno il Jadot (Montrachet!) di qualche minuto più tardi! Al naso ha un pò di rancio, fiori carnosi, note speziate ed evolute che però in bocca lasciano spazio a frutta e un leggero floreale . L’acidità la tempra e il carattere son ancora da guerriero per un vino che si beve benissimo e che fa addirittura sperare in una evoluzione ulteriore. (87)
Donnhoff Riesling Dellchen Trocken 2006
Berlo oggi è stato una crudeltà immane ma forse uno dei 3 vini che mi ha dato veramente i brividi, di una acidità e mineralità incredibile e con un bagaglio aromatico impressionante. Lime pompelmo, albicocca, spezie piccanti, mineralità fredda e affumicata. Grandissimo estratto con una sensazione quasi dolce per un trocken. Letteralmente IMPRESSIONANTE e trascinante. Un incanto da seguire a lungo veramente difficile da descrivere, quindi da provare. (93 per ora…)
Mersault 1er Cru Genevrieres Domaine Jobard 2004
Ecco un esempio di cosa significhi terroir! Uno chardonnay irriconoscibile coperto da sensazioni di minerale, di umami,di spezie come zenzero, chiuso e stratificato. In bocca si apre un minimo con note tropicali più varietali in un quadro di maggior equilibrio aromatico. Grande grandissimo agli albori di una evoluzione da seguire. (94)
Chevalier Montrachet Les Damoiselles Grand Cru 1991
Al naso è tartufo, gas, frutta, fumo, floreale, minerale, complesso e austero eppure invita a berlo senza moderazione. In bocca mantiene le promesse e stupisce per la vivida morbidezza, la setosità e la grande corale dell’acidità insieme con la mineralità che paiono elencare in sequenza tutti gli elementi che costituiscono questo terroir unico. (94)
Castello dei Rampolla D’Alceo 1999
Un naso molto Pauillac potente e deciso, un minimo vegetale ed erbaceo ma subito fruttatissimo di ribes e mirtillo. Caldo speziato e balsamico, ha una armonia naso-bocca da brividi che davvero lo pongono nel miglior Medoc, tradendo la chiantigianità solo nei bei accenni minerali di Panzano. Elengantemente scuro e oscuro di gusto, probabilmente in una delle sue migliori fasi evolutive. (89)
Sassicaia 1999
Naso tipico “SASS” con macchia mediterranea, mirto, amarena sotto spirito, caffè cacao, ginepro e balsamico, salmastro intenso. In bocca è humus, terra, tannicità e acidità presenti e sferzanti. Rispetto al d’alceo ha profumi più vari e spiccati e una maggiore mediterraneità e soprattutto lo sentiamo soltanto all’inizio di una evoluzione sicuramente interessantissima. (91)
Montepulciano D’Abruzzo Valentini 1995
Scuro scurissimo con una sensazione particolarissima di pocket coffee che rende bene l’idea della spezie cioccolatosa e la sensazione eterea di caffè che era presente. Note molto scure di rabarbaro, spezia, china (punt e mes), humus,amarena e salamoia al naso fanno da apripista per una bocca morbida e avvolgente in cui si ripresentano i sentori olfattivi. Buono ma non buonissimo, naso non del tutto pulito e molto particolare. (85)
Gaja Sorì San Lorenzo 1998
Perfetta sintesi di ciò che Gaja porta avanti come concetto vino, è un misto di un legno e di una modernità ben dosati su di un grande frutto nebbiolo. Il risultato è un pò freddo e poco personale ma è sapido, setoso ed elegante come pochi e ha un naso florelae di viola incantevole. Niente male ma non ci farei follie (80)
Barolo Riserva Le Rocche del Falletto 2000 Bruno Giacosa
Esemplare stranissimo con un naso quasi dolce da lychees e una bocca morbida e setosa con tannini già integrati e morbidi. Decisamente non ciò che ti aspetteresti da un Serralunga 2000 ma le sensazioni di scorza d’arancia, di rosa, di frutta di bosco e la ricca speziatura poliedrica lo rendono incantevole e di una grazia rara. (93)
Chambertin Gran Cru Rossignol Trapet 2002
Colore impalpabile rubino trasparente vividissimo. Naso di sottobosco e piccoli frutti rossi e neri, pepe nero, spezie e mineralità cangiante. Ricchezza enorme al naso e in bocca è setoso, sapido, elegantissimo. Uno dei capolavori della giornata! (95)
Chateau Margaux 1999
Eleganza fatta vino ed esempio mirabile e paradigmatico di tannino morbido e avvolgente: queste le cifre di questo incredibile Premiere Cru che al naso sfoggia ribes, rabarbaro,caffè, cacao, eucalipto, balsamico dolce. In bocca è pepato ma ha una carezza tannica da brividi. Impressionante e ricchissimo come pochi altri, persistenza nell’ordine dei minuti… (98 )
Chateau Latour 1999
Sarò scontato e troppo convenzionale ma uno dei miei preferiti se non IL preferito. Marchio Pauillac indelebile di ferro e minerale sanguigno a sorreggere un naso molto diretto potente fatto di mirtillo, scatola di sigari, legno di cedro, pepe nero. In bocca è agile potente e dinamico con una chiusura tostata da applausi. (98 )
Hermitage Chapoutier Le Meal 2001
Un’altro dei miei preferiti con un naso speziato e pepato bianco, poi grafite, sangue, pietra lavica, uno stranissimo sentore di gomma lacca e un fruttato di “blackcurrant” da antologia del Syrah. In bocca è sapido e minerale ma soprattutto impressiona per come sia un vino rotondo e completo: tra frutta spezie e minerale tutto è in mirabile equilibro e a rotazione ciascuna delle tre componenti ci solletica il palato in un vorticoso turbinare di sensazioni. Grandissimo! (97)
ShAfer Napa Valley Relentless 2002
Come da nome e da progetto un monolite fruttato legnosissimo ed estremo, caldo e avvolgente, polposo e succulento in cui mora ribes fragola si fondono ad un legno caldo di burro, chiodo di garofano e balsamico di concentrazione veramente inusuale. Non uno dei miei preferiti ma c’è da riconoscere che in fatto di intensità olfattiva concentrazione e corposità non ha veramente avuto rivali. (85)
Priorat L’Ermita Velles Vinjes Alvaro Palacios 2001
Quasi austero e catacombale con note di mogano palissandro, tabacco resina e incenso con la frutta che poco a poco emerge dal legno per regalarci una bellissima mora in confettura e torta ai frutti di bosco. In bocca è quasi dolce per l’alcool e la morbidezza ma i tannini ci sono eccome e contribuiscono a ravvivare una bocca che si stupisce per la persistenza impressionante e per la concentrazione che lo rendono molto difficile da esaminare nelle sue componenti. Un pezzo di bravura enologica impressionante per una Garnacha che non credevo capace di prestazioni simili. (92)
Alsace Pinot Gris Rotenberg Vendage Tardive 1996
Forse al suo apice evolutivo, è un caleidoscopio di frutta passita e candita con una mineralità accessa che lo rende vivace e fresco nonostante la densità di frutto.
Qualche nota ossidativa da Sauternes ma la piccantezza, ,la radice di ginger e la delicata sensazione mielata lo riportanto in Alsazia immediatamente rendendolo un ottimo esempio di VT. (90)
Sauternes 1975 Ancien Cru du Roy
Un candito di arancia preso a morsi probabilmente rende l’idea della sensazione che si ha a bere questo nettare denso e ricchissimo di sensazioni piccanti e penetranti. Non ci sono sentori spiccati di Bothrys ma solo una dolcezza elegante di albicocca e ginger con note calde di agrumi e uno iodato misuratissimo ma presente in sottofondo a ricordarci che siamo nel Sauternes. Bevibilissimo e penetrante, perfetto esempio di quanto occorre aspettare per avere un grande Sauternes al suo top. (94)
Marsala Superiore Riserva Ambra Dolce 1932
La quintessenza del Marsala che sublima ogni sentore facile e immediato per distillare le note più caratteristiche di questa tipologia. Note ossidate ma ancora fresche di frutta candita, tabacco dolce, lacca e smalto, sandalo e ebanisteria varia. Note scure e gialle di frutta e spezia in un sorso caldo e avvolgente eppure ancora vivace e fresco come 70 anni fa. Ha decisamente pochi eguali…(92)
P.s.
La bravura dei colleghi sommelier romani e del loro capo servizio è veramente da prendere ad esempio per tempismo ed efficacia.