Anch’io, da buon ultimo, ho fatto la mia annuale spedizione a Montalcino, evitando di intrufolarmi tra i giornalisti ma devo dire che sotto il tendono quest’anno si stava benissimo e non c’era la solita calca degli “operatori”. Quanto al Brunello mi devo purtroppo accodare a quanto scritto e riportato da Franco e da Roberto e soprattutto volevo rifarmi a quanto Giuliani scrive su Lavinium quando mette in evidenza che solo i vigneti di una certa età e con particolari esposizioni hanno dato buoni risultati nel 2003. E dico annata “didattica” proprio perchè ieri in effetti era piuttosto evidente capire dal risultato finale quale vino fosse prodotto in un determinato terroir e quale no. E quando appunto le condizioni non erano ottimali, il 2003 ha saputo tirar fuori davvero il peggio dai vigneti non adeguati a resistere e a maturare al caldo torrido. Non farò un elenco di aziende in quanto non si discosta molto da quanto citato da Franco e Roberto (e aggiungerei pure Alice, il nostro mega esperto di Sangiovese sul Forum Rex Bibendi, che è stato più generoso e Arturo Dori del Cavolo Nero a Firenze, con alcuni interessanti “fuori tendone”), dico solo che sono felice che il 2003 abbia mostrato a tutti i limiti di un certo modo di intendere la viticoltura (e l’enologia) e abbia allo stesso tempo mostrato che i vigneti migliori di Montalcino e i produttori più seri non hanno alcunchè da temere dal surriscaldamento globale.
E che altre annate così torride verranno, il mercato farà una selezione spietata su
molte aziende incapaci di rendersi conto che non sempre e non comunque si può imbottigliare un Brunello quattro stelle, specie quando lo si fa perchè fa comodo!