Stamattina alle 11 il presidente della Regione Toscana Martini, l’Assessore Susanna Cenni, Davide Paolini e Franco Scaramuzzi dell’Accademia dei Georgofili hanno premiato Simonetta Doni per il suo lavoro nella promozione e vendita del vino Toscano. Simonetta si occupa di design di etichette (ma non solo) per vini e distillati e prodotti alimentari (Mattei a Prato), principalmente in Toscana (Antinori, Brolio, Mazzei, Castello Banfi, Monsanto) ma ha clienti anche all’estero (importanti ad esempio alcuni clienti tedeschi e catalani). Mi ha fatto molto piacere conoscerla di persona perchè ho sempre ammirato il suo lavoro e dai tempi del Master alla Bocconi e mi ha pure fatto piacere (ne parlavo con Leonardo Romanelli, Luigi Cremona, alcuni dirigenti ARSIA e Simonetta stessa) che questo premio mette in luce un aspetto, quello del packaging e in genere di marketing abbinato al vino che troppi produttori trascurano.
E’ giusto e sacrosanto che si punti sulla qualità ma se alcuni sforzi (in Toscana come altrove) fossero dedicati anche alla commercializzazione e alla costruzione di prodotti pensati per la vendita ne gioverebbe tutto il comparto vinicolo. Paolini ha citato l’esempio di Yellow Tail, il celebberrimo critter wine australiano, come estrema sintesi di prodotto costruito per il mercato e di prodotti simili in Italia ne abbiamo troppo pochi (anche se un bel “Coda di Cignale” non so se si venderebbe bene in GDO come la “coda gialla” australiana).
Simonetta invece ha creato nel corso degli anni autentici fenomeni di costume e ha gestito transizioni di brand importanti e delicate (basti per tutti pensare all’esempio di Santa Cristina Antinori da Chianti Classico a IGT) e ha dimostrato quanto conti lo studio dell’immagine del vino come prodotto da vendere nel successo di una bottiglia.
Nel corso della mattinata è stato anche premiato Riccardo Gosi da Panzano, il geniale inventore dell’Enomatic, la famosa spillavino sotto azoto che è arrivata a servire ogni anno qualcosa come 22 milioni di litri di vino in tutto il mondo tutti al bicchiere.
Due esempi perfetti per far capire a tutto il mondo del vino, non solo toscano, di quanto siano importanti le istanze e le richieste del pubblico nel delicato meccanismo della vendita del vino, sempre più caro (in relazione al potere d’acquisto) e sempre di più alta qualità ma che a fatica trova spazio nel paniere delle famiglie italiane. Proprio nel momento in cui all’estero i nostri vini volano e hanno un successo senza precedenti (come faceva notare Paolini nella sua introduzione).
Quindi ben fatto e ottima scelta per i premiati: la prendiamo come una direzione da seguire? Si sa che, nel vino italiano, dove va la Toscana, poi vanno tutti!