Bellissimo e intrigante tema quello scelto da Sorsetti per il primo vino dei blogger del secondo anno di vita di questa manifestazione. Devo dire che mi ha messo un pò in difficoltà in quanto forse sapete che io ascolto praticamente solo haevy metal (death metal svedese per essere precisi) e mi concedo poco di altro genere. E sulla musica che prediligo, nessun vino, per questioni di ritmo velocità e ideali, si abbina granchè. Perchè il metal è musica da birra in tutti i sensi e al massimo se si va sul vino si va sul Gluwein tedesco che pure mi piace ma sinceramente non voglio sapere sulla base di quale vino viene elaborato.
Di conseguenza utilizzando la traccia in senso lato (come pure suggerito da Sorsetti) qualcosina riesco a dire…
Per esempio mi è rimasto e mi rimarrà (credo) sempre dentro la musica che avevo scelto per chiudere la serata il giorno del mio matrimonio (e che poi ho sempre usato per chiudere ogni serata in cui ho lavorato come deejay nella mia vita) ovvero con Nothing Else Matters dei ‘Tallica.
Lo so che come brano metal non vale una cippa e che è il classico lento che i metallari sfigati tirano fuori per fare un minimo di colpo sulla ragazza di turno che pensa che le canzoni metal siano solo chitarre batteria e urlacci ma che ci volete fare?!? E poi in genere al tuo matrimonio capita che ci sia qualche parente e in genre non apprezzano la tipica canzone rock in 4/4.
Insomma tornando a Nothing Else Matters, la sera del mio matrimonio (non ero ancora sommelier all’Epoca) avevo come vini un Brusco dei Barbi della Fattoria dei Barbi di Montalcino, il mitico Verdicchio Titulus e come spumante in chiusura, un grande millesimato Ferrari Perlè (ma si chiamava così pure allora?.
Che vi dovessi dire di cosa sapeva non ne ho idea che all’epoca appunto non avevo nessun mezzo da degustatore, però ecco mi ricordo che mi faceva un effetto incredibile guardare gli occhi bellissimi di mia moglie in abito da sposa dopo una giornata come quella, stanchissimo e distrutto ovviamente come ero.
Ma quella bollicina lieve ma decisa insieme a “so close no matter how far” aveva una magia tutta sua, un suo modo di dire che quella dolcezza incredibile era solo l’inizio di qualcosa di bello e travolgente, qualcosa di dolce come la melodia della canzone ma forte e deciso come il lancinante assolo di Kirk verso la fine.
Assolo che si scioglieva di nuovo in melodia, così come il vino si faceva dapprima amaricante e pungente ma lasciava una sensazione vellutata in bocca persistente.
Non so dirvi (come Axemir) se l’abbinamento Ferrari Perlè e Nothing Else Matters sia l’ideale però ecco, momenti così capitano DAVVERO una volta sola nella vita…
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