Da sempre considerato il fratello minore del mare, in realtà il lago ha molto da offrire a chi lo sa gestire, a dispetto dei tempi, delle pratiche poco ortodosse di pesca e cambiamenti vari. Di tutto questo ce ne siamo resi conto nel corso della sontuosa cena a l’ Acquario, il ristorante pluripremiato Slow Food (o meglio dovremmo dire locanda visto che abbiamo dormito al piano di sopra) di Castiglione del Lago (PG). Un’occasione per fare un tuffo enogastronomico in questi posti, nel piatto e nel bicchiere (in questa zona c’è il famoso Gamay del Trasimeno). Quindi motivi di interesse neanche pochini…Nel Trasimeno come in molti altri specchi d’acqua dolce italica, era comune trovare l’anguilla poi varie opere umane dopo, è sempre stato più difficile e si è dovuti ricorrere a reimmissioni. A volte pure pericolose come quella del pesce persico oppure non volute ma infestanti come i gamberi americani, molto più rossi, feroci e grossi dei nostri autoctoni tanto da spingere quasi all’estinzione i nostri, un po’ come il merlot contro sangiovese, gamay e montepulciano da queste parti.
Antipasti notevoli (qui le foto che non rendono giustizia), specie il caviale di carpa e la mousse di tinca che si lasciano gustare lievi ma persistenti. A tal pro meno male che c’è un notevolissimo Grechetto a me finora sconosciuto, tale Godot, biodinamico del Podere Marella, piccolo prodigio di sapidità, tannino e chiusura amaricante quel che basta a smorzare il dolce di questi pesciazzi. Bella struttura, corpo, acidità, una piccola perla sul serio.
Passiamo ai primi e i pici al pescato di lago (tinca e carpa soprattutto) stupiscono per saporosità e consistenza, meno entusiasmanti quelli al sugo d’oca e quelli con i gamberi, molto marcati dal crostaceo selvatico. Li abbiniamo al bianco Poggio Canneto IGT Trasimeno Az. Agraria Flli Carini (chardonnay, pinot bianco e grechetto) di stampo un po’ internazionale ma salvato da un grande grechetto a dare un vino molto godibile e funzionale al pescato. Grandissimi invece i secondi, a parte una buona coratella di agnello molto romanesca, ecco una grigliata di lago spettacolare con un persico saporosissimo e stuzzicante (niente a che vedere con quello africano che giunge da noi via aereo in cambio di armi), anguilla succulenta e stimolante, una tinca lieve e una carpa bella decisa servita a polpettina. Sulla coratella urge un rosso e proviamo il Capofoco 2006di Madrevite (meritoria azienda già attiva su facebook e twitter con padronanza del mezzo), merlot gamay e montepulciano, beva un po’ complessa e stratificata, naso sfaccettato e sontuoso, di certo un grande vino con il metro di 3-4 anni fa, oggi lascia un po’ perplessi se si cerca immediatezza e bevibilità ma la fattura è notevolissima.
Chiudiamo con i dolci, buoni ma non strepitosi, quindi meglio buttarsi sui mostaccioli fatti benissimo serviti con un ottimo vin santo del Trasimeno, dal quasi nomen omen Pucciarella. Squisito e cordiale il servizio, spesa onestissima (dall’antipasto al dolce con 3 bottiglie di vino in 6) sotto i 50 euro.
Ristorante L’ACQUARIO, via V. Emanuele, 69, Tel 075 9652432
Castiglione del Lago – Lago Trasimeno – Umbria