Dalla serata con Castello Banfi, grande successo per le frittelle di riso alla borrana (la piantaccia pelosa che vedete qui sopra per chi non la conoscesse…). Eccovi la ricetta!
Ingredienti per circa 40 frittelle
1 lt. di latte
300 gr. di riso originario (quello da minestre)
200 gr. di zucchero
6 uova
1 bicchierino di liquore tipo certosino o strega
1 limone e/o 1 arancia
sale zucchero e burro q.b.
Preparazione
La sera prima scaldare il latte e buttarci il riso, si può mettere anche a freddo, con un bel pizzico di sale e una noce di burro, a metà cottura aggiungere lo zucchero e lasciar cuocere fino a che non si sarà consumato tutto il latte.
Il giorno dopo preparare l’impasto, che sarà bene riposi un po’ prima di friggerlo: si aggiungono i tuorli delle uova, il liquore e la scorza grattugiata del limone e/o dell’arancia secondo il gusto personale.
Al momento di friggere montare a neve ben ferma le chiare e mescolarle al riso, facendo ben attenzione a non smontarle.
Mettere a scaldare un bel po’ d’olio in una friggitrice a immersione e, quando sarà caldo, buttarci il composto a pallottoline aiutandosi con due cucchiai da minetsra.
Lasciar colorate da tutte e due i lati, scolarle bene aiutandosi anche con carta da cucina; girarle nello zucchero semolato e disporle sul vassoio.
Sono buone mangiate calde, per cui vale il vecchio detto che “per le frittelle ci vuole uno a friggerle e uno a mangiarle”!
Queste sono le tradizionali frittelle di riso che si fanno per San Giuseppe ma ne esiste anche una versione diciamo “povera” e Vasco, un caro amico di famiglia, ci ha raccontato che anni fa qua a Peretola si facevano appunto le frittelle di borrana, o borragine, un’erba che nasce spontanea in primavera ( molto usata anche in Liguria per fare ravioli o torte salate o tagliatelle verdi).
Si fa una pastella con 1 uovo, un po’ di farina, un pizzico di sale e di zucchero e acqua quanto basta a farla piuttosto fluida (è probabile che ai tempi di Vasco si facesse a meno anche dell’uovo) poi ci si immergono le foglie più tenere della borrana e si friggono (un po’ come si fa con la salvia), poi si rigirano nello zucchero e si mangiano caldissime.
Un suggerimento: quando andate a cogliere la borragine prendetene anche qualche fiore, farete un figurone aggiungendolo a un’insalatina di campo.