Un sorprendete rosso che racconta cosa sarebbe stato se il sangiovese fosse nato in Francia invece che in Romagna e Toscana…Esploriamo con questo vino il lato selvatico e ombroso del nielluccio corso con un susseguirsi di amarene, ciliegie mature, more di rovo, viole candite e poi tabacco, anice e macchia mediterranea.
Questo San Ghjiuvà ha carattere e grinta e un finale affatto banale per quanto il tannino si riveli dolce e fine, perfetto per la zuppa corsa di Eros Ghezzo in Palagina o per una bella grigliata estiva di carni bianche.