Tra le novità più eclatanti degli scorsi mesi in Toscana c’è sicuramente il progetto Bakkanali ovvero la viticoltura di montagna del sangiovese e non solo. Nel corso della serata in trattoria abbiamo avuto Ugo Fabbri a raccontarci la storia del suo progetto insieme a Sebastian Nasello. Ci racconta di come a 600 metri sul livello del mare, esposti ad ovest, in una piccola località di Seggiano chiamata Poggioferro, hanno trovato il campo base con 3,6 Ha di Sangiovese e 0,9 Ha di Cabernet, suddivisi in 3 parcelle sulla base della geologia del suolo. Ugo e Sebastian ricordano nitidamente quali furono le prime parole che ci siamo detti il giorno che inciamparono in questa vigna: “Non ci credo sembra di essere nel Clos de Bèze!”. Avevano davanti un tappeto di rocce carbonatiche e calcari, appoggiate su una marna color caffè latte che s’intravedeva fra lo scheletro superficiale del terreno. Di seguito trovate il video del racconto e la degustazione del vino bandiera ovvero il Rosso Bakkanali.
Bakkanali Rosso sangiovese nv
Sebastian Nasello presenta il vino principale della tenuta d’altura Bakkanali sul Monte Amiata, un terroir da domare e scoprire, quasi del tutto vergine rispetto al lavoro dell’uomo degli ultimi anni rispetto alla vicina Montalcino e Maremma in genere. Un vino affilato eppure sontuoso nella sua dolcezza, ricco di rimandi ferrosi e agrumati di sanguinella, polposo e scattante allo stesso tempo. L’uso di grappolo intero e bassa solforosa esalta il frutto senza far cedere l’acidità e la freschezza e il risultato è un vino straordinariamente verticale eppure scolpito nella dolcezza del frutto tra lamponi, ribes rosso e nero, olive e tratti balsamici di verbena e vetiver. Sorso agile ma dotato di intensità e potenza tali di ammaliare e sedurre anche gli amanti di rotondità e immediatezza. Un vino ideale teso verticale moderno e tecnico da nerd appassionati di vino naturale ma perfetto da bersi come dei crapuloni in un baccanale, la tensione e la sua bellezza stanno tutta qui.