Ecco un vino ideale per svelare la magia della PRovenza (e zone limitrofe come questo Luberon) e quello che è capace di realizzare nel bicchiere sia sulle spiagge della Costa Azzurra che a tavola in trattoria in una piovosa primavera. La base ampelografica poggia su grenache (72%) e cinsault (13%) e per un 15% su altre varietà locali come syrah e mourvedre e picpoul tutte vinificate separatamente e poi assemblate.
Lo si beve benissimo anche a più di un anno dalla vendemmia e anzi lo si apprezza per quel suo incedere grazioso ma fermo e deciso, quel naso di melograno, fragoline di bosco, viole e rose con rimandi al timo e alle erbe aromatiche inimitabili. Al sorso emergono anche tracce di alloro e mirto e note di oliva e arancio rosso ma soprattutto la magia della sapidità sbarazzina che lo fa apparire lieve mentre invece rilascia scampoli di gusto fruttato e floreale di lavanda per molti secondi. Ottimo sulla ratatouille di Paolo Gori ma anche su una ricetta di difficile abbinamento come gli stracci al sugo svelto (con fegatini e pomodoro).