…riguardo i vini che mettiamo in tavola e riguardo al fatto che anche da Burde, a parte il mitico Bucciarelli e pochi altri, molti vini sono sempre presenti nelle decine di guide ai vini che affollano le librerie. Devo anche dire che forse oggi tornando indietro molte scelte non le rifarei e in cantina terrei tutt’altro tipo di vini ma posso anche dire che 4 anni fa quando ho iniziato avevo ben poco da cui cominciare a farmi una idea su quali vini mettere in carta! Uscito dal III livello AIS, sparuto e sommerso dalle centinaia di proposte da parte dei vari rappresentanti vinicoli ero nella situazione di dover rimpolpare la cantina del ristorante di famiglia senza litigare con mio zio e rimanendo in buoni contatti con alcune cantine storiche con cui avevamo sempre lavorato bene.
Ecco, a parte la frequentazione dei corsi AIS e i consigli tra futuri colleghi sommelier i modi per capire quali vini avrei voluto per i miei clienti erano solo 2:
- bere una marea di vini in poche settimane e farmi in proprio una cultura e un indirizzario “pratico”
- leggermi 3 guide e pescare da lì secondo Grappoli Bicchieri e Vinifrutto .
Ovvio che per motivi di tempo cominciai dal punto 2 riservando il punto 1 per i mesi successivi. E in effetti mi sono impegnato in un massacrante (soprattutto per moglie e figlio che mi accompagnavano!) tour di degustazioni in giro per l’Italia e fuori ad assaggiare “furiosamente” centinaia di vini. é stato bellissimo e utilissimo anche per accrescere la mia cultura enoica ma per avere le idee chiare ci ho messo almeno un annetto. Leggendo invece le guide e scegliendo “sulla carta” come fanno molti locali in effetti si risparmia un bel pò di tempo e ci si assicura di fare una bella impressione almeno sul 30% di potenziali fruitori della cantina. Poi ovvio che si deve fare attenzione a non fermarsi lì, altrimenti si entra nella categoria dei sommelier cartacei che leggono e studiano ma non bevono (ne stiamo animatamente discutendo sul forum di rexbibendi e in seguito ad un post polemico su it.hobby.vino)
Da qualche giorno è in corso un dibattito interessante su di un post di Ziliani di Vino al Vino .
In quella sede faccio notare che “almeno” non c’è la foto della “nostra” Duemilavini AIS tra le guide che vengono mostrate (ma anche “noi” comunque abbiamo premiato vini molto in linea con gli altri)!
Quanto alle guide in genere, direi che non obbligano nessuno a comprare un vino e non obbligano nemmeno i produttori a mandare i loro vini!
L’Osservatorio Marketing del Vino della SDA ci dice inoltre che la % sul totale (5%) dei consumatori che acquistano vino secondo le guide è piuttosto limitato sul totale di consumatori del vino in Italia e in effetti le tirature di queste guide sono alte ma in assoluto si può stimare in circa 300mila copie in totale (almeno sommando ais, gambero, maroni e veronelli).
E’ vero che magari queste 300mila persone sono opinion leader nella loro cerchia di amici ma comunque non sono così tanti in assoluto e non giustificano l’enorme attenzione che il resto della stampa tributa alle guide e ai suoi riconoscimenti! Ogni volta che si pubblicano le classifiche si corre a celebrare questo vino o quest’altro…e il grande pubblico si appassiona ai punteggi alle classifiche e dicono in giro che il Brunello è il vino migliore del mondo (almeno quest’anno). Questo perchè le classifiche o le selezioni di qualcosa aiutano il consumatore a capirci qualcosa in un mondo effettivamente molto vasto e dispersivo. La cosa importante sarebbe però che passato il primo impulso da guida e da approfondimento giornalistico si passasse alla teoria e agli assaggi che ovunque in Italia non mancano.
E quindi dico che forse di sicuro la categoria dei giornalisti dovrebbe fare un pò di autocritica sul fatto che si scrive di più su Casanova di Neri che su Soldera Case Basse o Poggio di Sotto e dall’altra parte i consumatori, il grande pubblico e anche i produttori dovrebbero cominciare ad utilizzare le guide per quello che sono, ovvero delle linee guida su cui basarsi negli assaggi per poi cibovagare ed enovagare in cerca del proprio gusto e dei vini buoni davvero. E in questo senso vi assicuro che le guide, o almeno quelle fatte bene, sono un patrimonio grandissimo da salvaguardare, basta solo non metterle sul piedistallo! ecco noi per esempio le mettiamo qui…