Sala degustazione di Burde gremita per il più difficile vitigno del mondo con una sfida che ha veramente appassionato non solo Alessandro Brogi al debutto con l’ottimo Fortuni da San Piero a Sieve ma tutti gli intervenuti. Primi in classifica si sono piazzati il Case di via di Fontodi e il Vosneè Romaneè di Arnoux ma Pancrazi, Fortuni e l’altoatesino Schweizer non hanno certo sfigurato
Su 32 persone ben 14 tra i 7 vini hanno capito quale era il “nuovo” Fortuni del Mugello tra gli altri e quasi tutti hanno capito anche il Nero al tondo (ma soprattutto per il fatto che era un 2000) e il Matua valley (per il tappo a vite poco eliminabile e per lo stile più semplice e immediato).
Al primo assaggio c’è stato moltissimo entusiasmo per il NeoZelandese però a fine serata è venuto fuori lo stile un pò troppo semplice e molti sono ricreduti…si trattava comunque anche in parte di una provocazione visto anche che costa la metà del vino meno caro degli altri 6! La “lotta” per il miglior vino è stata tra Fontodi, Franz Haas e il Vosnè Romaneè. Al primo assaggio lo Schweizer 04 ha però faticato a convincere sia perchè é stato il primo vino servito e perchè ha avuto bisogno di tempo per dispiegare tutti i suoi profumi. Riassaggiandolo dopo un paio di ora quasi tutti lo hanno promosso in alto in classifica.
Curioso che ben 10 persone hanno scambiato lo Schweizer 04 per il Vosneè e viceversa, non so se sia un complimento per Haas ma comunque il Robert Arnoux di ieri sera era veramente buono considerando l’annata scarsina 04 in Borgogna e la gioventù del vino. Non è stata stilata una classifica ufficiale ma ci siamo concentrati sull’effetto del terroir sul vino ed è stato riconosciuto che c’è veramente una grande differenza tra Alto Adige e Toscana con un prodotto come lo Schweizer che non sfigura di fronte ai modelli borgognoni e che gli si avvicina come stile.
Per la Toscana c’è da dire che la qualità media è progredita tantissimo negli ultimi anni e che il terroir toscano decisamente fa esprimere il Pinot Nero in modo molto diverso dall’AltoAdige e dalla Francia con note fruttate più marcate e un carattere decisamente più caldo, sia di colore, di profumi che di corpo.
Ma questo Fortuni per cui era stata organizzata la serata com’è? Il proprietario Alessandro Brogi ha ricevuto elogi e incoraggiamenti a proseguire, tenuto anche conto che si trattava della prima uscita di un vino da viti reimpiantate da soli 4 anni quindi sicuramente al minimo potenziale. Di sicuro venerdì scorso Fortuni è piaciuto praticamente a tutti per quel suo modo di interpretare il Pinot Nero molto distante dagli altri pinot toscani presenti.
E anche se si tratta di viti così giovani, il vino è risultato estremamente piacevole e dotato di una beva straordinaria con un alcol limitato 12,5 (rarissimo di questi tempi!) un tannino dolce ma non piatto e un corpo deciso ma non invadente. Profumi tra il lampone e la fragola con note eleganti di sottobosco e felci…insomma tutto ciò che un Pinot Nero dovrebbe avere! Per adesso manca forse di una persistenza più marcata ma non gli si può certo chiedere tutto e subito!
In prospettiva però potrebbe veramente venire fuori un “grande” di toscana quindi vale la pena di tenerlo d’occhio! Da Burde intanto ne abbiamo 4 casse…
Ecco i video realizzati durante la serata:
Alessandro Brogi ci racconta perchè un Pinot Nero nel mugello