Va bene che la star della serata era il Solare 1999 (sangiovese e malvasia nera da Gaiole) ma l’ospitalità speciale altoatesina e l’incanto dell’Obertwirt (date un’occhiata alle foto, pliz)hanno fatto sì che vino, compagnia ed assaggi si fondessero in una delle serate più rilassanti post festival cui abbia mai partecipato. Visto che siamo blogger chiariamo pure la situazione, trattasi di cena di festival quindi con clienti e fornitori per assaggiare i vini e parlare un pò di come vanno le cose, e ciò significa che ovviamente la cena non l’ho pagata ma ha gentilmente offerto Capannelle, mio fornitore in Osteria per il Chianti Classico e il 50&50. Okay ci siamo levati il pensiero, andiamo con la cena e i vini!
Entrèe gustosissima di crudo con leggero wasabi, piccola divagazione di pesce prima dell’inizio con una variazione di prosciutto di cervo con topinambur che mette in risalto le note nocciolose e agrumate dello Chardonnay 2007, ancora un pò di legno ma struttura e impronta varietale sempre notevole.
Arriva un enorme e sublime risotto alla zucca e foie gras, piatto notevole che regge quasi il Chianti Classico Riserva 2005, elegante e deciso , molto tradizionale Gaiole, semplice ma che ti conquista al primo sorso per poi non lasciarti. Viene quasi appunto da berlo anche sul risotto senza remora. Ottimo il naso di viola e ciliegia, bocca sapida e asciutta con tannini chiantigiani memorabili.
Bello il raviolo al crescione con funghi con un pomodoro a contrastare il centro piatto, goloso e selvatico, un piatto fenomenale nel momento in cui lo speck entra in gioco rosolato al punto giusto. Giganteggia qui sopra il Solare 1999, naso affilato e ancora fresco con speziatura di pepe e china ficcanti e incisivi. In bocca l’acidità del 99 è un pò sopita ma l’equilibrio è impressionante e la maturità ottimale. Quasi nessuno ci fa caso ma è il vino che viene bevuto più velocemente e con più piacere.
Sulla sella d’agnello in crosta di pane con variazione di purea il 50&50 Avignonesi e Capannelle sfodera una delle sue prestazioni migliori. Il vino è perfetto, forse anche troppo, pare un pò freddo come spirito adesso che piacciono vini sempre un pò imperfetti ma enologicamente è stupendo, suadente e di carattere, non solo semplicemente “buono” e c’è quel tocco di legno in meno e di corpo affusolato che ne faranno un classico.
Finale dolce con strudel dal caldo ripieno di mela perfettamente integrato nel gelato alla cannella. Cena all’apparenza complessa ma in realtà tutto fila alla meraviglia al tavolo e ci si alza con la sensazione di essere appagati in ogni senso.
Era da un pò che non assaggiavo i vini di Capannelle e se devo dire che il 50&50 fa sempre impressione tanto è scolpito, la vera sorpresa in positivo è il Chianti Classico che trova una sua posizione nella tradizione delle Riserve Chiantigiane, e con un Solare che fa capire che laù malvasia nera è certamente molto di più di un complementare del sangiovese…Dopo il 2001 della cena di gala, freschissimo fruttato e ancora pimpante, ecco il 1999 nella sua maturità di eleganza e raffinatezza di profumi. Nel Kurhaus nel pomeriggio avevamo assaggiato il 2005 e scommettiamo che tra 6 anni saremo di fronte ad un vino ancora migliore di questo grande 99.
Obertwirt accogliente, caldo come una baita di montagna, tutti sorridente e cortesi, un piccolo incanto da dove si fa davvero fatica ad uscire, lo spirito che vorremmo sempre trovare in un luogo di accoglienza. Bravi davvero.