Bordeaux è un mito che rinasce e si aggiorna ad ogni stagione, capace com’è di mobilitare attenzione ed energie finanziare da capogiro. Nonostante un preoccupante calo di ordini dalla Cina (circa il 20% in meno, anche se rimane sempre il primo cliente), la congiuntura vendemmiale ha portato ad un benefico calo della produzione capace di compensare la mancata richiesta da parte del mercato.Quanto ai prezzi (indicati esclusa IVA perché la si paga alla consegna della bottiglia ovvero tra un annetto), si va verso un ridimensionamento ulteriore rispetto al 2011, ma non elevatissimo; del resto la qualità della vendemmia 2012 (pensando anche all’enigmatica 2013 con bassissima produzione) è piuttosto buona, e superiore alle ultime minori: 2002, 2004, 2007, 2008. La 2012 è un’annata in realtà ottima, in generale, per i bianchi del Pessac Leognan e Graves, più che per i rossi che hanno avuto grandi risultati con il Merlot più che il Cabernet: la sua maturazione precoce non ha sofferto i settembre-ottobre piuttosto incerti che hanno caratterizzato il 2012. Quindi teoricamente ottime le prove di St. Emilion e Pomerol piuttosto che Margaux e Pauillac, ma come sempre le risorse tecnologiche ed enologiche degli Château fanno la differenza a questi livelli.
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