Vinitaly intenso a Castello di Gabbiano con molte novità che portano questa azienda di 160 ettari ancora più nel cuore della Toscana vitivinicola dal piatto al campo passando per le novità della tipologia più elevata di Chianti Classico. Le abbiamo scoperte con Leonardo Romanelli a Verona durante Vinitaly 2014.
Novità in cucina a Castello di Gabbiano
Cornelia Reali ci presenta le novità in cucina nel bellissimo resort del Castello di Gabbiano a pochi km da Firenze nelle colline del Chianti Classico rivelando il nome del nuovo ovvero l’espertissimo giramondo Chef Francesco Berardinelli. Dalla prossima settimana troverete i suoi piatti accanto ad alcuni classici del Castello di Gabbiano con le immancabili carni arrosto e rosse e l’agnello di Pasqua. Ovviamente in abbinamento la possibilità di degustare i Chianti Classico di casa, proviamo a fare qualche esempio con Leonardo Romanelli.
Federico Cerelli e la Gran Selezione a Castello di Gabbiano, la Gran Bellezza?
Per la Gran Selezione è stato scelto il vino prodotto da un vero e proprio cru di 7 ettari a 300 mt slm vinificato in acciaio e poi affinato in legno molto delicato, il modo migliore per far espriremere un Cru particolare che ha dato luce ad un vino di carattere delicato ma profondo e sapido, un vigneto degno della gran selezione e del nome che porta: Bellezza!
Federico Cerelli e la sostenibilità Magis a Castello di Gabbiano
Castello di Gabbiano aderisce al Protocollo Magis per certificare il proprio impegno a fare della viticoltura sostenibile in azienda, cosa non banale quando ci sono in ballo 160 bellissimi ettari di colline chiantigiane. L’idea è intervenire e trattare il meno possibile seguendo le indicazioni di un team che raccoglie meteorologi, agronomi e biologi che garantiscono che non vengano utilizzati pesticidi in campo. Meno interventi significa tanto lavoro e tanta ricerca in più ma Federico è convinto, come molti consumatori, che un vino come l’Alleanza, supertuscan a base Cabernet e Merlot molto popolare negli sTates e in Canada, beneficerà non poco dall’applicazione del protocollo, vediamo perché.