Invito raccolto con curiosità quello di passare all’Hard rock café di Firenze per incontrare Federico Boglietti che più che un cuoco qui è “kitchen magager” ovvero il responsabile di far funzionare una macchina da guerra da 300 coperti al giorno in quasi ogni stagione per una clientela non solo turistica ma fatta anche di tanti fiorentini curiosi ma non solo. Cosa si cucina in un posto dove tutti vanno per provare la cosiddetta cucina americana?Ovviamente non ha molto senso parlare di cucina americana piuttosto come di un insieme di cibi che possiamo definire “comfort food” ovvero quelle cose di cui senti il bisogno insano (nel senso che sai benissimo che non sono affatto dietetiche o salutari) e che provacano piacere immediato e profondo. Salse, sughi, affumicature, fritture e dolcezze varie. Spazio anche per i vegetariani, insospettabilmente, con gli spring roll di derivazione cinese, ma comunque una cucina mai dietetica e leggera, sempre comfort come la lasagna bolognese o la Sacher per intenderci.
Hard Rock Cafè Firenze , i segreti di cucina tra affumicatura e trentamila spring roll ogni anno
Grande attenzione all affumicatura ciclo umido 120 gradi, cottura lenta e complessa per i nostri standard. In ogni Hard Rock Cafè vengono affumicate le ali di pollo e la rosticciana , 3 ore di affumicatura e poi cottura con salda barbecue piuttosto dolce (tipica sud America).
La salsa viene fatta ogni giorno anche se con 12 ingredienti come sciroppo d’acero canadese che vengono spediti dalla casa madre ai vari locali nel globo. Altra cosa “locale” è il pane degli hamburger fatto in un forno vicino su ricetta propria con molta patata e amido, mai fluffy, simile a Pan brioche francese. Da fuori vengono farciture come il blue cheese danese e altri ingredienti, mentre di nuovo in casa viene fatto il guacamole.
Insomma, il più sano e il più vero possibile ?
L’assaggio dei legendary burger, dei roll e delle carni affumicate rivela una pesantezza non comune e che fa rimpiagere le grandi catene di fast food per non parlare della carne dove almeno istintivamente preferiamo la Cremonini a questa carne tedesca di origine comune per tutti gli HR Cafè d’Europa. Soprattutto è la salsa che appesantisce molto le preparazioni rendendole adatte solo chi ama il gusto agrodolce persistente. Un menu che mette anche in difficoltà eventuali abbinamenti vinosi e che richiama a gran voce birra e soft drinks.
Sicuramente da evitare come esperienza gourmet ma che offre nel centro di Firenze un approdo sicuro di autogratificazione se si è in vena di cibi iper saporiti e succulenti, quasi senza rivali se poi si vogliono passare un paio d’ore rilassati felici e con la musica (spesso dal vivo) in sottofondo spendendo più di 30 euro.