Non cambia l’etichetta e la storia, ma lo stile e l’impronta di questo vino subiscono una piccola evoluzione controllata. L’ingresso di nuovi vigneti (messi a dimora nel 2000 e solo da quest’annata utilizzati in parte) ringiovanisce lo stile e la caratura di questa Riserva, rinfrescandone l’immagine e conferendogli un frutto accattivante e dinamico come poche altre volte (lampone, fragola, ribes, accenni di cioccolato e tabacco dolce).
Ma non c’è barrique e non c’è enologia spinta, solo un Colorino che fa la sua parte e un Sangiovese rinfrescato che spinge in acidità e mineralità e che rendono un vino molto più immediato dei predecessori. Fortunatamente però non a prezzo di una complessità ed eleganza di fondo che sembrano esserci ancora tutti.
Soprattutto in bocca il vino infatti non colpisce solo per la frutta e l’intensità ma mostra una mineralità profonda e una persistenza notevole, due segni distintivi del vino di qualità superiore. In confronto con il 2004, un vino decisamente più giovane e non solo di un anno, con una beva senz’altro più dura ma con non poche soddisfazioni per l’estimatore del Chianti Classico.
Da ricordare che si tratta del primo Chianti Classico di una società cooperativa insignito dei Tre Bicchieri Gambero Rosso.
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