Monthly Archives: ottobre 2007

WBW 38 : Portuguese Table Wines with Caveats!

This time we are at Catavino with the hard theme Portuguese Table Wines with Caveats!. For achieving bonus points I discovered here in Oldenburg, Germany, two wines I never heard about (only in my study books!) and never tasted like a Ribatejo and a Bairrada. I tasted the famous Quinta da Logoalva Da Cima Reserva 2001 made by Afrocheiro Preto, Castelao Frances, Cabernet and Syrah and the outstanding Marquis de from Bairrada made of the misterious Baga grape. lagoalva
For the Lagoalva, I drunk the wine with a german goulash withouts spices and with bacon-knodel. The wine was a Reserva 2001 and was still fresh and acid so the fat of the knodel was perfectly balanced and the alcohol (13,5%) and the tannins present but not so hard, were ideal for the liquid from the goulash. The smell remembered me the one of a young brunello.
lagoalva
Notes of cherry, black pepper, vanbilla and cinnamon, leather. Then some other more typical warm wine notes like plum and strawberry jam.
The taste was not so hard as I thought with good and gentle tannins and a fruity finish n which was more present Afrocheiro or Periquita than the Cabernet or the Syrah. Definitely not bad, even for a 18 euro (I bought it in a shop in Germany).
vidigal vinho verdeNot counting for this WBW I managed to taste a “infamous” VinhoVerde, from Vidigal, made only of Alvarinho and I must admit that was really fresh (almost carbonated) and with a pleasant taste of apple and citrus. Here too, not bad at all for a 4,5 euro wine.
The other red one Portoguese wine I tasted was more interesting for it was the not so common Bairrada DO with the Marquis de Marialva Reserva 2001. marialva1. This time I found a stranger wine, lot less international than the other with an aroma ten times less for intensity. But the lack of aroma was well balanced with a wonderful and full taste of good wine with a strong body, well balanced tannins and a fruity, yet simple, finish. I found the Bairrada maybe a little bit less complex at the nose but a more honest wine in the palate. Just about the different you can taste between a good old school Chianti and an internatial Chianti made of Sangiovese and Merlot (that I HATE!).
This bairrada had smells of cherry, of blackcurrant, of sweet tobacco and a strange violet smell that reminded me of Tuscany. The aromas were maybe more typical of a warm climate than the Lagoalva but I found this wine interesting for its strange feeling and mixing of the smell with the tasting.
At the end of the day, the Lagoalvo was almost perfect (89) and smooth wine for everyone taste, but I must admit that I found more honest, interesting and, in my not so long experience, more “Portuguese” than the other.
but for explaing this I thing that CaTavino is more useful than me!
marialva

Sabato 13 ottobre BorgoBurde a tavola !

borgoburdeCome forse già saprete qui da Burde non facciamo solo ristorazione ma anche (e mi piacerebbe poter dire soprattutto) siamo una bottega di paese in cui potete trovare un pò di tutto.
E di questo tutto ci impegniamo ogni giorno perchè sia toscano, buono, con i minimi km necessari perchè sia in negozio e che sappia dare una qualche emozione (che in cucina sono sempre più rare). E dato che però quasi nessuno si parte di casa sua per venire a fare un pò di spesa di robina buona da Burde, da quest’anno con il patrocinio del Comune di Firenze e l’Assessorato alla Valorizzazione delle Tradizioni locali, diamo vita a Borgo Burde a tavola, un evento a ingresso libero per far assaggiare i sapori della nostra bottega e soprattutto far assaggiare le nostra prelibatezze gastronomiche. E’ vero la finocchiona la conoscete tutti, che abbiamo i biscotti di Mattonella e la cioccolata della Molina magari si, ma i salumi di Sergio Falaschi? i biscotti delle sorelle Amari di Carmignano? le marmellata di Bulichella? il miele del Valdarno? i fagioli zolfini di Agostinelli a Reggello? i saponi di Dante Nesti? e sapete che molti dei nostri piatti e ricette si ritrovano in Pinocchio di Carlo Lorenzini? E che Lorenzini per molti dei suoi personaggi si ispirò proprio a dei peretolini?
Insomma mi pareche siete rimasti un pò indietro!

Vi riporto qui il volantino che stiamo distribuendo a giro, se vi va, stampatelo e fatelo girare, ci vediamo sabato pomeriggio!!!

“Burde con i suoi cento anni di attività si apre a clienti affezionati e meno per capire insieme cosa mangiare. Sapori e storie di sapori del BorgoBurde. Aneddoti locali e riscoperta di sapori della memoria. Degustazione guidata di prodotti locali, e non solo, alla riscoperta di un
passato ancora non perduto e nuove suggestioni da scoprire.
La manifestazione sarà correlata da interventi storici artistici su Pinocchio: capolavoro letterario oltre la favola.

Programma
16.00 apertura degustazione
17.00 inizio conferenze permanenti:
-Luoghi e sopralluoghi di Pinocchio
-Pinocchio e la cucina popolare
-Bere e mangiare nel BorgoBurde
19.30 fine della manifestazione

Ditelo con un’immagine…ecco Chateu Petrogasm

petrusNon è roba zozza, è “solo” un altro blog USA sul vino che scopro cone le sempre più interessanti interviews di Fermentations ma secondo me parecchio geniale, soprattutto nel modo in cui si presenta. “For a long time, the problem with wine has not been pairing it with food, but rather with words. At Château Petrogasm, we evaluate and describe wine by departing from the traditional methods of review. In doing so, we hope to provide a valuable tool for wine drinkers by using colors, sketches, photography, and other visual media in order to convey both the intrinsic components of a particular wine along with a general impression of it. Wine is art, drinking it should be too!”
In pratica, valga il claim del blog, ovvero “Per molto tempo, il problema del vino non è stato l’abbinamento con il cibo, ma con le parole“.
Per risolverlo, il buon Benjamin Saltzman di Chateau Petrogasm si mette lì e per ogni vino cerca un immagine, un disegno, una foto, un quadro, insomma qualcosa di visivo che possa descrivere un vino e, quando anche non ci riesce, comunque ci fa riflettere su come sia arduo parlare di vino con le parole che appaiono su di un monitor. Mi pare che esperimenti simili gli faccia ogni anno la nostra Daniela Scrobogna che per il Bibenda Day ogni anno descrive la sua cinquina di vini mediante paragoni con compositori (memorabile il Mozart di Ornellaia 1998), pittori e artisti vari. E mi torna pure in mente l’interessante tesi di una mia cliente, Cinzia di SenzaFiltro, che aveva portato alla laurea uno scritto sul Pinot Nero e tutti i modi per descriverlo SENZA berlo.
E ditemi se questi immagini non vi smuovono qualcosa…
2005 Inama Soave Classico, Veneto, Italy
2004 Querciabella Palafreno, Tuscany, Italy
2003 Fattoria di Felsina, Fontalloro, Tuscany, IT

E dato che la vista per noi conta così tanto, non è che per caso avrà ragione?

Forese Falco e Keno Benedetto Gori battezzati con Brut Imperial…

Pubblicità progresso…ieri abbiamo finalmente battezzato la nuova (la quinta) generazione di Burdini con un bel Mathusalem Berlucchi. L’apertura è avvenuta sullo scivolo dell’asilo di Malwin che già ha una espressione da vero sommelier dopo il tradizionale proibitissimo “botto” mentre nonno mario e mamma Jessi guardano divertiti i due senior sommelier all’opera…
bottiglia
Ed ecco i due nuovi battezzati (si lo so per i nomi ce la faranno pagare in futuro).

Ecco Keno Benedetto Gori (è nato l’11 luglio e non potevamo ignorare che un italo tedesco fosse nato il giorno del Santo Patrono d’Europa!)

E qui ecco Forese Falco

Un esempio di WOM che finisce in guida…allora le guide funzionano???

Il titolo criptico solo per raccontarvi un esempio di Passaparola (in inglese Word Of Mouth) di cui sono stato in parte protagonista insieme ad altri blog e nel quale le Guide dei Vini tanto vituperate e ritenute in parte superate e si prendono una rivincita.
Vi ricordate il “nostro”
Pinot Nero Fortuni protagonista di una bella serata qui da Burde? Dopo (immagino) altre apparizioni, dopo essersi trovato su KelaBlu e dopo essere stato assaggiato in tante occasioni (visto che il buon Brogi si è girato l’Italia in lungo e in largo restandosene in piedi tutto il giorno dietro un banchino di assaggio dopo l’altro) si è creato il cosiddetto Word OF Mouth anglosassone, ovvero il passaparola “magico” per cui di un vino (ma anche di un gruppo musicale, di un ristorante di quello che volete voi) si comincia a parlarne finchè non diventa un fenomeno (quasi) di massa.
Nel caso del “piccolo” Pinot Nero di Fortuni, appena al suo debutto sul mercato, il WOM ha portato nientepopodimenoche ad apparire su una delle guide di vini più quotate ovvero quella dell’Espresso che personalmente non acquisto e non consulto (preferendo la Gr e la DuemilaVini) però che in questo caso non premia i soliti noti ma anche un progetto coraggioso e portato avanti con serietà nel nostro mugello.
espresso fortuni